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Le opposizioni si apprestano a dire no alla proposta Meloni e a presentare una risoluzione comune per ribadire al governo la richiesta di riconoscere lo Stato di Palestina, senza ulteriori condizioni. Una ipotesi che fonti di centrosinistra definiscono “più che probabile”.
I contatti fra Pd, M5s e Avs sono già partiti e l'obiettivo è quello di arrivare con una posizione unitaria all'appuntamento del 2 ottobre con le comunicazioni, e il voto conseguente, del ministro Antonio Tajani in Aula, mentre Iv, Azione e +Europa sarebbero orientati a presentare ciascuno una propria risoluzione. Il testo del fronte progressista dovrebbe rimanere quello della mozione comune dei tre partiti presentata lo scorso aprile.
La mossa di Giorgia Meloni di subordinare il riconoscimento dello Stato di Palestina alla liberazione degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas ed estromettere Hamas dal governo di Gaza è bollato unanimemente dal centrosinistra come un "bluff". Per Giuseppe Conte, «il riconoscimento condizionato della Palestina non esiste, Meloni pensa di prendere in giro la comunità internazionale come sta prendendo in giro i cittadini italiani». Stesso mood negli alleati di Avs: «Siamo davanti all'ennesimo bluff, è il gioco delle tre carte: Meloni si è resa conto che lo iato fra il suo governo e la società italiana è divenuto incolmabile e tenta di correre ai ripari».
Insomma, "un gioco di prestigio", rincara Riccardo Magi: «La risoluzione di Meloni è un trucco che va scoperto e ribaltato», sottolinea il leader di +Europa ricordando come Spagna, Francia e Canada abbiano già deciso di riconoscere lo Stato di Palestina: «E non sono governi pro Hamas. Il riconoscimento dello stato di Palestina ha un valore politico, mira a evitare che vengano occupati territori da parte di Israele», aggiunge Magi.
Per il Pd, alla base della scelta di Meloni c'è la mobilitazione di lunedì nelle piazze delle maggiori città d'Italia che, al netto degli incidenti visti alla stazione di Milano, ha lanciato un segnale chiaro al governo: «Giorgia Meloni comincia a capire che sulla Palestina sta perdendo la faccia di fronte al mondo e alla nostra opinione pubblica. Ma non è il momento di giochi di prestigio e delle prese in giro», avverte la segretaria Pd.
Che nella maggioranza sia cominciato un lavoro di riposizionamento rispetto alla vicenda Gaza è una convinzione alimentata anche dalla decisione del ministro della Difesa, Guido Crosetto, di rispondere all'attacco alla Global Sumud Flotilla inviando una fregata in supporto. Una reazione alla quale si associa l'iniziativa del ministro degli Esteri, Antonio Tajani che, riferisce una nota della Farnesina, ha chiesto all'ambasciata a Tel Aviv di assumere informazioni e di rinnovare la richiesta già fatta al governo di Tel Aviv di garantire la assoluta tutela del personale imbarcato.
Intanto, la situazione di Gaza e l'attacco subito dalla Global Flotilla fanno riaccendere gli animi in Parlamento, con le opposizioni che, di fatto, bloccano i lavori di entrambe le Aule e chiedono che il governo riferisca subito. Sarà il titolare della Difesa a intervenire domani in Aula, alle 8,30 alla Camera e alle 10,30 al Senato.