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Il Presidente Sergio Mattarella in occasione dell'incontro con i finalisti e la giuria del Premio "Le Maschere del Teatro Italiano" 12 Settembre 2025 Roma (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)
Nel giorno in cui al Quirinale vengono consegnate le onorificenze ai Cavalieri del Lavoro, Sergio Mattarella torna a parlare con forza dell’Europa e della necessità che l’Unione faccia «massa critica» per affrontare sfide globali come dazi, guerre e squilibri geopolitici. Un richiamo netto, che arriva in un momento delicato per il dibattito europeo e per la posizione del governo italiano sulle riforme dell’Ue.
«Contrastare le iniziative che intendono forzare il diritto internazionale e il libero commercio – ha affermato il presidente della Repubblica – richiede di poter contare su un’adeguata massa critica. E questa, per noi, si chiama Unione europea. Soltanto l’Europa nel suo insieme ha le dimensioni per affrontare da protagonista questo tempo difficile».
Parole che echeggiano nelle ore in cui a Bruxelles è in corso un confronto serrato sulle riforme istituzionali e sull’eventuale superamento del diritto di veto in alcune decisioni strategiche. Solo pochi giorni fa, intervenendo in Aula, Giorgia Meloni aveva ribadito la contrarietà del governo italiano a una modifica che limiterebbe il potere degli Stati membri sulle scelte decisive in materia di politica estera e fiscale. Una linea che punta a difendere la sovranità nazionale ma che, nei fatti, accentua il rischio di paralisi politica nelle istituzioni comunitarie.
Mattarella, dal canto suo, ha invece richiamato con forza la necessità di rispondere in modo unitario alle sfide globali. «Le scellerate guerre in atto, i crescenti squilibri geopolitici, le pericolose chiusure protezionistiche che alterano il mercato stanno producendo danni anche all’economia europea e italiana», ha aggiunto, citando le stime del Centro studi di Confindustria sui potenziali effetti negativi delle politiche tariffarie imposte dagli Stati Uniti.
Un chiaro riferimento alle mosse annunciate da Donald Trump per la prossima presidenza, che rischiano di innescare una nuova stagione di guerre commerciali.
Dopo il passaggio sull’Europa, il Capo dello Stato ha dedicato una parte significativa del suo intervento all’immigrazione, definendola un «fenomeno epocale» e ricordando che «il lavoro italiano vive già per circa il 10% di presenza straniera, con due milioni e mezzo di lavoratori». Un contributo che Mattarella ha definito «ampio alla ricchezza nazionale», sottolineando la necessità di gestire i flussi in modo regolare e coordinato a livello europeo. «Come tanti imprenditori sanno, e da tempo hanno compreso – ha spiegato – sono centrali la questione della formazione e della legalità degli accessi. Ne conseguirebbe, oltre al contrasto al disordine dell’immigrazione clandestina, una sconfitta dei crudeli trafficanti di esseri umani, la cui azione criminale provoca quasi giorno per giorno vittime innocenti, che non possono lasciare indifferenti le nostre coscienze».
Mattarella ha richiamato anche la dimensione costituzionale e civile dell’accoglienza e dell’integrazione, definendola «una sfida importante per la nostra convivenza civile, per la capacità di perseguire gli obiettivi indicati dalla Costituzione nell’affermazione di principi come libertà ed eguaglianza». Un messaggio che arriva in un momento in cui il tema migratorio continua a dividere l’Europa e a pesare nei rapporti interni alla coalizione di governo, tra la linea dura della Lega e quella, più pragmatica, di Palazzo Chigi sul Patto Ue.
Il presidente della Repubblica ha poi rivolto un messaggio diretto alle imprese, sottolineando che «la responsabilità dell’impresa non si esaurisce nell’aumento dei profitti». Al contrario, ha spiegato, «si tratta di un legame forte che unisce il progresso economico alla crescita civile di un Paese». Da qui il riconoscimento al ruolo dei Cavalieri del Lavoro nel promuovere «capacità di guardare oltre i vantaggi contingenti» e nell’offrire «uno sguardo lungimirante sull’Europa e sul mondo».
Infine, Mattarella ha evocato l’immagine di Papa Francesco sulla «guerra mondiale a pezzi» per spiegare la fragilità dell’ordine internazionale e la necessità di difendere il sistema multilaterale. «Stiamo assistendo a conflitti e iniziative che sembrano voler fare a pezzi l’ordine internazionale costruito sulle macerie della seconda guerra mondiale», ha ammonito. «Questo ordine va rielaborato in corrispondenza al mondo così diverso di oggi, ma va preservato».
Un intervento che, pur nel tono istituzionale, traccia una linea chiara: serve un’Europa capace di decidere, unita e protagonista nello scenario globale. Altrimenti, di fronte a guerre, dazi e sfide migratorie, rischia di contare sempre meno.


