PHOTO
VOLODYMYR ZELENSKY PRESIDENTE UCRAINA, IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA
Il ministero degli Esteri italiano ha annunciato la convocazione dell’ambasciatore russo in Italia. Il motivo: l’inserimento del presidente Sergio Mattarella in una lista pubblica di “russofobi” pubblicata dal Ministero degli Esteri russo. Un gesto definito da più parti «inaccettabile» e «provocatorio».
Secondo quanto riferito da fonti della Farnesina, il passaggio incriminato risalirebbe a un discorso tenuto da Mattarella all’Università di Marsiglia il 5 febbraio 2025, nel quale il Capo dello Stato, parlando dell’aggressione russa in Ucraina, aveva tracciato un parallelo con il progetto espansionista del Terzo Reich. Un’analisi storica e politica che, per Mosca, costituisce un esempio di “russofobia”.
Nel portale ufficiale del ministero russo, viene riportata la frase di Mattarella come uno dei casi «più evidenti» di ostilità verso la Russia. Oltre al Capo dello Stato, sono stati citati anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il ministro della Difesa Guido Crosetto, per dichiarazioni rilasciate nel 2024 in merito al conflitto in Ucraina e al ruolo del presidente Putin.
Le reazioni
La risposta di Tajani è stata immediata: ha definito l’iniziativa una «provocazione contro la Repubblica italiana e il suo popolo», annunciando la convocazione formale dell’ambasciatore russo a Roma. Il vicepremier ha inoltre espresso solidarietà istituzionale e personale a Sergio Mattarella.
Numerose le reazioni politiche, tutte compatte nella difesa del Presidente della Repubblica. Elly Schlein, segretaria del Pd, ha parlato di «atto grave e inqualificabile», aggiungendo che «siamo con Mattarella contro ogni tentativo di minaccia alla democrazia».
In Senato, l’Aula ha espresso solidarietà unanime al Capo dello Stato. Graziano Delrio (Pd) ha sottolineato che «colpire il Presidente significa colpire tutti noi». Per Enrico Borghi (Iv), «si vuole scardinare l’architrave della nostra Repubblica».
Stefania Craxi (FI) ha parlato di un attacco «al nostro ordinamento democratico», mentre Lucio Malan (FdI) ha ribadito che «con il popolo russo esistono profondi legami storici e culturali, ma questi attacchi sono inaccettabili».
Anche Massimiliano Romeo (Lega) ha espresso pieno sostegno al Presidente, così come Michaela Biancofiore, Tito Magni, Luigi Spagnolli, e Bruno Marton (M5S), che ha ammonito: «Mosca vuole dividere l’Europa. Non possiamo prestare il fianco a questo gioco».
Infine, la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli ha rinnovato, a nome dell’intera Presidenza, la «piena e totale vicinanza, solidarietà e sostegno» al Presidente Mattarella, parlando di «attacchi vili da condannare con sdegno».