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Ufficio Stampa Quirinale/LaPresse
«Il mondo ha bisogno dell’Europa» e serve «il coraggio di un salto in avanti verso l’unità», per «non soccombere alla favola di una superiorità dei regimi autocratici». È un invito a scuotersi, a ritrovare lo spirito delle origini e a costruire una nuova unità, quello che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella invia all'indirizzo di Bruxelles e delle cancellerie europee. Di fronte all'immagine di Xi Jinping, Vladimir Putin e Kim Jong-un che sfilano insieme a Pechino, e all'idea di un nuovo ordine mondiale in cui l'occidente sia ridotto a comparsa, il capo dello Stato rivendica il ruolo storico e politico dell'Europa e auspica un suo nuovo protagonismo.
«L’Europa, con la sua unità, è la possibilità offerta per essere presenti con efficacia e per poter incidere nel mondo che cambia così rapidamente», è il messaggio che Mattarella consegna alla platea Forum Teha di Cernobbio, ricordando che «la condizione di deserto morale e materiale» del dopoguerra, «in cui il continente era stato ridotto dal nazifascismo, fu risolutiva nell’orientare scelte di alta levatura. Basterebbe l’animo di quei tempi difficili per affrontare i temi di fronte ai quali siamo oggi» e «non sono accettabili esitazioni», mette in chiaro il presidente, sottolineando che «l’Unione Europea si è affermata come un’area di pace e di cooperazione capace di proiettare i suoi valori oltre i suoi confini, determinando stabilità, benessere, crescita, fiducia. Non ha mai scatenato un conflitto, non ha mai avviato uno scontro commerciale», aggiunge poi con un richiamo non troppo velato agli Stati Uniti di Donald Trump.
Ora più che mai, quindi, «il mondo ha bisogno dell’Europa. Per ricostruire la centralità del diritto internazionale che è stata strappata. Per rilanciare la prospettiva di un multilateralismo cooperativo», assicura Mattarella, che intravede i principali ostacoli a questo percorso «nello straripante peso delle corporazioni globali - quasi nuove Compagnie delle Indie - che si arrogano l’assunzione di poteri che si pretende che Stati e Organizzazioni internazionali non abbiano a esercitare», e poi nell'«incrocio tra le ambizioni di quelle e l’impulso di dominio, di impronta neo-imperialista, che si manifesta da parte dei governi di alcuni Paesi, rischia di essere letale per il futuro dell’umanità».
Di fronte a questa minaccia «letale», «le democrazie dell’Europa sono capaci di trovare in sè motivazioni e iniziative per non soccombere alla favola di una superiorità dei regimi autocratici, per non cedere all’idea di un mondo lacerato, composto soltanto di avversari, nemici, vassalli o clientes, né all’idea di società frammentate», continua Mattarella, che invita a uno scatto d'orgoglio: «C’è bisogno di istituzioni europee più forti, di volontà di governi capaci di non arrendersi a pericoli e regressioni che non sono ineluttabili», conclude, e «la difesa della civiltà europea - tutt’uno con lo sviluppo della sua società e della sua economia – richiede il coraggio di un salto in avanti verso l’unità. Tutti siamo chiamati a contribuire a questa impresa».