"La contesa per il primo partito è tra noi e M5S, non faremo governi con mister Spread Berlusconi. Lavoro perché ci sia un premier pd". Sarà per il fatto che i sondaggi danno il Pd ai minimi storici, oppure per la preoccupazione della discesa in campo del presidente del Senato Piero Grasso, fatto sta che Renzi non ci sta a passare per l'agnello sacrificale delle prossime elezioni. E nell'intervista concessa a Repubblica attacca proprio a sinistra: "Grasso e Boldrini sulle orme di Fini", dice. "È sorprendente la discesa in campo dei presidenti delle Camere. I loro predecessori non hanno brillato nelle urne. Ogni voto a Liberi e uguali è regalato alla destra". Tornando al suo ruolo politico, Renzi afferma che la sua "fase zen è finita". "Ora si deve lottare casa per casa. Ai dirigenti del Pd dico che non tollererò chi si rassegna al primo sondaggio negativo. Si può vincere". Già, i sondaggi, sempre quelli. L'ultimo è stato pubblicato da Huffingtonpost sabato. Numeri che iniziano a far paura dalla parti del Nazareno. Il Pd sarebbe attorno al 25%. Quindi sotto il 25,4, la "soglia Bersani" delle ultime politiche. Dato che non sfugge all'ex segretario: "Mi stupisco che facciano più notizia i sondaggi che i dati reali. Sono tre anni - infierisce - che il Pd e sotto la "soglia Bersani", quella del 2013, che perde tutti gli appuntamenti elettorali amministrativi". La contestazione e affidata ad un renziano di provata fede: "I sondaggi a tre mesi dal voto sono un puro esercizio di stile. Mancano le coalizioni ed i candidati" critica il dem Andrea Marcucci. Continuano a crescere invece - stando alle rilevazioni di Repubblica e Corriere - i Liberi e Uguali di Pietro Grasso, ora attorno al 6,6%. Bersani si rallegra: "Per noi 6,7,8% è un ottimo punto di partenza, basti pensare che non abbiamo ancora neanche il simbolo....". Nel centrodestra, intanto, Forza Italia stacca la Lega di Matteo Salvini. Va ancora avanti M5s, che si conferma primo partito con il 29%.