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Non si placa il conflitto tra governo e magistratura. Dopo le critiche dell'Ufficio del Massimario della Cassazione al decreto Sicurezza, è ora il protocollo Italia-Albania sui migranti a finire sotto la lente dei giudici. E la reazione della maggioranza è immediata, compatta e durissima.
Il primo a intervenire è il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che in un’intervista a La Stampa liquida la relazione della Cassazione come «un esercizio connotato da una forte impostazione ideologica». «Mi sfugge quali principi costituzionali violerebbe il decreto», attacca il titolare del Viminale, riferendosi alla norma voluta da Fratelli d’Italia che prevede l’intervento immediato delle forze dell’ordine in caso di occupazione abusiva di immobili. «Se davvero la legittimità costituzionale dipendesse dall’opinione di un ufficio tecnico della Cassazione, allora sì che dovremmo preoccuparci della tenuta dell’equilibrio tra i poteri dello Stato».
Il governo non intende fare marcia indietro, anzi rilancia. Piantedosi annuncia l’arrivo imminente in Consiglio dei ministri del nuovo decreto flussi triennale, che dovrebbe regolare l’ingresso di circa mezzo milione di lavoratori extracomunitari dal 2026 al 2028. «Vogliamo aprire canali legali per chi arriva in Italia per lavorare, contrastando allo stesso tempo i trafficanti di esseri umani», spiega il ministro.
Nel frattempo, il vicepremier Matteo Salvini torna a proporre una stretta sul reato di tortura e l’introduzione del taser per la polizia penitenziaria. Piantedosi apre: «Sono sempre favorevole a strumenti che aiutino le forze dell’ordine a proteggere sé stesse e i cittadini, ovviamente nel rispetto della legalità».
Ma le parole più dure arrivano dai capigruppo della maggioranza. Per Galeazzo Bignami, deputato di Fratelli d’Italia, «le toghe rosse colpiscono ancora». In un video pubblicato sui social, denuncia: «La Cassazione critica la norma sullo sgombero immediato degli occupanti abusivi. Secondo loro, bisogna preoccuparsi del disagio sociale di chi occupa casa, non dei cittadini che l’hanno comprata con sacrifici. È un ribaltamento della realtà».
Sulla stessa linea Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato: «Se ai magistrati del Massimario non piacciono le leggi approvate dal Parlamento, allora si facciano occupare le case loro. Ci troviamo davanti a una pericolosa invasione di campo».
Anche Lucio Malan, capogruppo FdI a Palazzo Madama, punta il dito contro la magistratura: «Preoccupati per chi occupa, non per chi ha subito un furto della propria casa. È assurdo che si dia voce a chi viola la legge, anziché difendere i cittadini perbene».
Le critiche dell’ufficio del Massimario però non si limitano al decreto Sicurezza. Nelle ultime ore è emerso un nuovo documento che solleva pesanti dubbi di costituzionalità anche sul protocollo siglato tra Italia e Albania per il trattenimento di migranti. Secondo la Cassazione, l’intesa potrebbe violare la Costituzione, il diritto internazionale e quello europeo.
A sinistra, le opposizioni colgono l’occasione per denunciare l’ennesimo attacco del governo alle istituzioni di garanzia. «Dopo la Corte dei Conti e la Corte Costituzionale, ora si prova a delegittimare anche la Cassazione», accusa Francesco Boccia, capogruppo del Pd al Senato. «Questo governo ha smarrito il senso stesso dello Stato di diritto. L’indipendenza della magistratura non può essere messa in discussione solo perché non condivide le scelte del potere esecutivo».
Peppe De Cristofaro, di Alleanza Verdi e Sinistra, denuncia una deriva repressiva: «Il decreto Sicurezza è già al limite della costituzionalità, e ora si parla di scudi penali per la polizia, di limitare i diritti, di criminalizzare il dissenso. La destra vuole trasformare l’Italia in uno Stato di polizia. Dobbiamo fermarli».
Nel mirino dell’opposizione anche la gestione del protocollo con l’Albania. I parlamentari del M5S nelle commissioni Affari Costituzionali parlano di «fallimento totale». «Dopo un anno di annunci, in Albania sono state trasferite solo poche decine di migranti, a fronte di oltre 250 mila sbarchi. Il tutto costando agli italiani circa un miliardo di euro».
Secondo Angelo Bonelli, portavoce di Avs, «la destra vuole smantellare tutti i contrappesi costituzionali. Intanto attacca i giudici, criminalizza le manifestazioni, perseguita chi dissente. Il messaggio è chiaro: chi non si allinea è un nemico».
La maggioranza, però, non arretra. Riccardo De Corato, vicepresidente della commissione Affari Costituzionali, rivendica il diritto del potere politico di decidere su migranti e sicurezza. «È il Parlamento che fa le leggi, non la Cassazione. I giudici possono esprimere opinioni, ma la valutazione sulla costituzionalità spetta solo alla Corte Costituzionale, non a un ufficio tecnico».