No della Corte dei Conti al visto di legittimità per il Ponte sullo Stretto. La sezione centrale di controllo di legittimità sugli atti del governo e delle amministrazioni dello Stato ha deciso di non ammettere al visto e alla registrazione la delibera Cipess adottata il 6 agosto scorso per assegnare 13,5 miliardi di euro al progetto del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria. Le motivazioni della bocciatura saranno rese pubbliche entro 30 giorni.

La decisione arriva alla vigilia dell’ultima lettura in Senato della riforma costituzionale sulla giustizia, che prevede modifiche sostanziali anche alla Corte dei Conti. Un tempismo che contribuisce a infiammare lo scontro istituzionale tra governo e magistratura contabile, già ai massimi livelli.

Durissima la reazione della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che parla di «intollerabile invadenza». «La mancata registrazione della delibera Cipess è l'ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento», ha dichiarato la premier aggiungendo che le riforme della giustizia e della Corte dei Conti in discussione in Parlamento sono la «risposta più adeguata» a questo tipo di «intollerabile invadenza». Meloni ha poi attaccato duramente anche il merito del giudizio: “Per avere un'idea della capziosità, una delle censure ha riguardato l’avvenuta trasmissione di atti voluminosi con link, come se i giudici contabili ignorassero l'esistenza dei computer».

Non meno duro Matteo Salvini, che definisce la decisione della Corte «un grave danno per il Paese» e una «scelta politica più che un sereno giudizio tecnico». Il ministro delle Infrastrutture ha già annunciato che il governo non intende fermarsi: «Siamo determinati a percorrere tutte le strade possibili per far partire i lavori. Andiamo avanti».

Il diniego della Corte vanifica la delibera Cipess che avrebbe dovuto sbloccare l'avvio dei cantieri entro novembre. La norma del 1934 che consentirebbe di superare il parere contabile esporrebbe però l'esecutivo a una tempesta di ricorsi e aprirebbe un fronte giuridico e politico assai delicato.

Esulta invece l'opposizione. Angelo Bonelli ( Avs) parla di «vittoria della giustizia e del diritto» e chiede le dimissioni di Salvini: «Ha tenuto in ostaggio il Paese con la sua follia, sottraendo 14 miliardi allo Stato per un progetto mai validato da alcun organismo tecnico. Ora è il momento del passo indietro». Bonelli ha inoltre definito le parole di Meloni «di una gravità inaudita, una minaccia agli organi costituzionali». ntanto a Messina resta confermata la manifestazione nazionale No Ponte del 29 novembre, promossa da comitati, associazioni e movimenti ambientalisti. Una mobilitazione che, alla luce della bocciatura della Corte, si preannuncia ancor più partecipata e politicamente significativa.

Il governo, dal canto suo, appare deciso a trasformare lo scontro in una battaglia di principio e il braccio di ferro con i magistrati contabili potrebbe diventare il primo banco di prova concreto della riforma della giustizia che la maggioranza si appresta a votare.