Simone Leoni è il nuovo segretario nazionale dei Giovani di Forza Italia. L’elezione è arrivata per acclamazione durante il congresso del movimento giovanile azzurro, tenutosi a Roma. Ventiquattro anni, già coordinatore regionale del Lazio e leader dei giovani forzisti romani, Leoni ha ricevuto l’investitura in una sala gremita di delegati, dirigenti e ospiti internazionali. «Vedere questa sala piena di sorrisi e di entusiasmo è la vittoria più bella che potessi desiderare», ha esordito dal palco.

Il suo discorso, accorato e incisivo, ha toccato temi centrali per la nuova generazione politica: «Siamo quelli che non hanno mai mollato. Nonostante l’Italia non sia un Paese per giovani, abbiamo deciso di restare e lottare, anche per chi oggi si è arreso. Perché una generazione che smette di sognare è una generazione che si condanna da sola».

L’omaggio a Berlusconi e il richiamo alla Costituzione valoriale

Leoni ha voluto dedicare il congresso alla memoria di Silvio Berlusconi: «Un visionario che nel 1994 ha fondato non solo un partito, ma un sogno collettivo. Questo congresso è per lui. Ci guarda dall’alto, e noi abbiamo il dovere di portare avanti la sua eredità».

Il neosegretario ha poi rivendicato la fase congressuale come esempio di maturità politica: «Abbiamo eletto 600 delegati attraverso 120 assemblee provinciali e 20 regionali. È la prova che la democrazia, se ben coltivata, funziona ancora». E ha aggiunto: «Oggi non siamo qui per cambiare storia, ma per scrivere un nuovo capitolo della stessa, entusiasmante storia».

Diritti, mafie, antisemitismo: i temi forti del discorso

Nel passaggio più politico e divisivo del suo intervento, Leoni ha alzato il tono su temi come l’antisemitismo, i diritti civili e la violenza di genere. «Faremo una lotta senza tregua contro l’antisemitismo», ha detto, «ogni volta che un bambino è costretto a nascondere la stella di David è una ferita alla nostra civiltà». Poi l’affondo: «Chi sostiene che un bambino disabile vada separato, che chi ha la pelle nera non sia italiano, o che chi è gay non sia normale... deve vergognarsi. Per ogni aberrazione come queste, c’è un giovane che si toglie la vita. E noi questo non possiamo più accettarlo».

Senza nominarlo direttamente, Leoni ha così alluso al vicesegretario della Lega Roberto Vannacci, noto per le sue posizioni radicali. La reazione non si è fatta attendere. Vannacci ha replicato via social: «L’unico Leoni che conosco è un verduraio di Ravenna. Gli altri, se sono leoni da tastiera o da microfono, non meritano commenti».

Polemica Lega-Forza Italia, Toccalini: «Basta insulti agli alleati»

Duro anche il commento del deputato leghista Luca Toccalini, coordinatore federale della Lega Giovani: «Dispiacciono gli attacchi di Leoni, soprattutto perché arrivano da un esponente del partito che si muove nel solco di Berlusconi, simbolo di rispetto e unità. Leoni lasci perdere gli insulti agli alleati e si concentri sulle battaglie comuni, che Fedez – loro ospite d’onore – ha sempre denigrato».

Il sostegno degli azzurri: Ronzulli, Siracusano e Gasparri applaudono

In Forza Italia, invece, le parole di Leoni hanno trovato ampio consenso. La vicepresidente del Senato Licia Ronzulli ha dichiarato: «Simone guiderà i nostri giovani con passione e dedizione, rafforzando i valori liberali e popolari che ispirano il nostro partito». Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, ha parlato di «movimento giovanile preparato e radicato nei valori del popolarismo europeo». E il presidente dei senatori forzisti Maurizio Gasparri ha aggiunto: «Conosco Simone, ne ho apprezzato lo spirito militante. Ora potrà rafforzare la presenza dei giovani in Forza Italia, guardando al futuro».

Europa, identità, partecipazione: il manifesto del nuovo corso

Leoni ha poi ribadito l’ancoraggio del partito al Partito Popolare Europeo e alla tradizione dell’Europa di De Gasperi e Schuman. «L’Europa non è solo un mercato: è una casa comune, fondata su radici giudaico-cristiane che non possiamo dimenticare», ha detto. E ha concluso con un invito alla partecipazione: «Ognuno di noi può, come disse Giovanni Paolo II, prendere in mano la propria vita e farne un capolavoro. Questo è il nostro compito. Questo è il nostro tempo».