Il decreto sicurezza è legge. L’Aula del Senato ha confermato la fiducia al governo sul provvedimento, con 109 voti favorevoli, 69 contrari e un’astensione. La giornata a Palazzo Madama è iniziata con la protesta delle opposizioni: tutti seduti a terra i senatori, molti dei quali con le spalle al governo, con le gambe incrociate e al grido di «vergogna». Una forma di resistenza passiva che ha portato a interrompere i lavori e a convocare una capigruppo, al termine della quale però le opposizioni non sono riuscite a scongiurare il voto di fiducia, posto daue giorni prima dall’Esecutivo.

Quello che però le forze di minoranza hanno ottenuto è la riunione di una nuova capigruppo alle 11 di stamattina: Pd, M5s, Avs e anche Iv chiederanno che la discussione sulla riforma costituzionale per la separazione delle carriere, calendarizzata in Aula l’11 giugno, slitti a settembre. Tuttavia, soprattutto da Fratelli d’Italia, si fa sapere che non ci sarà alcuna modifica al calendario già stabilito: «Purtroppo il lavoro che viene fatto dalle opposizioni in commissione è di ostruzionismo e non porta a risultati utili. Quindi al momento non pensiamo di ritardare. Ci consulteremo e non vogliamo essere rigidi, però riteniamo inutile continuare un lavoro che non porta da nessuna parte», ha dichiarato il capogruppo FdI in Senato, Lucio Malan.

Tornando alla discussione di ieri mattina in Aula, momenti di tensione si sono registrati durante l’intervento del senatore di FdI, e presidente della Commissione Affari costituzionali, Alberto Balboni. I parlamentari di Pd e M5S hanno lasciato gli scranni urlando e andando verso i banchi della maggioranza, dopo che Balboni, prima di scusarsi, aveva detto: «Per chi propugna la dottrina Salis e porta in Parlamento chi predica le occupazioni abusive, capisco che preferiate stare dalla parte della criminalità organizzata anziché della povera gente». Balboni ha poi precisato: «In Áula mi sono limitato a una domanda retorica perché penso che certo buonismo finisce per fare gli interessi di chi tutti dovrebbero considerare avversari».

Bufera ancora più forte per le parole del senatore di Fratelli d’Italia Gianni Berrino, intervenuto durante la seduta notturna di lunedì sera dicendo: «Donne che fanno figli per poter rubare non sono degne di farli», per poi aggiungere «un bambino sta più sicuro in carcere che a casa con genitori che li concepiscono per andare a delinquere». Il senatore dem Filippo Sensi ha commentato: «Raramente ho sentito parole più crudeli. Spero sia solo livida propaganda e che non lo pensi davvero». Berrino ha dovuto quindi diffondere una nota per chiarire la propria posizione: «Le polemiche scaturite dal mio intervento in Aula mi impongono alcune precisazioni. Non ho mai detto che i bambini stanno bene in carcere. Ho detto che la loro presenza in un istituto penitenziario deve essere una extrema ratio e solo dopo il giudizio di un magistrato».

Al termine del voto finale di fiducia, molti i commenti sul decreto appena convertito in legge. Secondo la vicepresidente dem del Senato, Anna Rossomando, ci si trova dinanzi a «uno strappo parlamentare di enormi dimensioni: con questo provvedimento vengono introdotti 14 nuovi reati. Si travolgono la presunzione d’innocenza e il principio di proporzionalità della pena, perché l’occupazione abusiva viene punita con le stesse pene previste per la morte sul lavoro, così come viene travolto il principio di offensività, vedi l’estensione alla cannabis sativa delle pene per detenzione e spaccio di stupefacenti. Dopo tutto questo ci chiediamo dove siano i garantisti della maggioranza, perché non si può contrapporre il diritto alla sicurezza alla sicurezza dei diritti».

Il leader di Italia viva Matteo Renzi ha a propria volta attaccato l’articolo 31 del Dl: «Con questa norma voi date ai Servizi segreti italiani la possibilità di commettere reati senza essere puniti nella seguente fattispecie: direzione e organizzazione di associazioni con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordinamento democratico. Signori, signora Presidente, membri del governo, ma avete letto ciò che avete scritto? State dicendo che, se i Servizi segreti vogliono compiere un colpo di Stato, stanno rispettando la legge. E non c’è nessuno che si muova. Se questa cosa l’avesse fatta un qualsiasi altro governo, un governo della Democrazia cristiana, il governo Berlusconi, il governo Prodi, il governo Monti o il governo Draghi, il Paese sarebbe in piazza. Avete scelto di mettere i Servizi segreti nelle condizioni di dirigere associazioni terroristiche. Ma siete impazziti?».

Sull’approvazione della legge di conversione del decreto sicurezza è intervenuto anche il guardasigilli Carlo Nordio, dai microfoni di “Un giorno da pecora”, su Radio1: «Ci sono 14 nuove fattispecie di reato. Alcune colmano vuoti normativi, per esempio quello delle occupazioni di case che magari appartengono a persone anche di reddito modesto che hanno acquistato l’appartamento con i risparmi di una vita, vanno in vacanza e al ritorno trovano la casa occupata e non riescono a far andare via gli occupanti abusivi: questo è contrario non solo alla legge ma anche al buon senso». In merito ai reati come quelli relativi a manifestazioni con blocchi stradali o all’imbrattamento di monumenti, il ministro ha spiegato che «sono diventati reati perché esprimono delle violazioni gravi che non hanno niente a che vedere con il dissenso pacifico e costituzionalmente protetto. Imbrattare muri o monumenti non ha niente a che vedere con distribuire volantini, e aggiungo anche che le pene sono molto modulate, non è che siano così eccezionalmente severe».