Sono saliti insieme sul palco della Festa dell’Unità di Bisceglie, Elly Schlein e Antonio Decaro, e da lì hanno annunciato la corsa dell’ex sindaco di Bari alle prossime Regionali. Da settimane ormai andava avanti il tira e molla tra l’europarlamentare e i due ex presidenti della Puglia, Michele Emiliano e Nichi Vendola.

Prima la “guerra” tutta interna al Pd per defenestrare il deus ex machina della politica dem degli ultimi vent’anni, cioè quel Michele Emiliano che avrebbe voluto il suo nome in cima ai candidati del Pd e che invece si è tirato indietro, chiedendo tuttavia al contempo il passo indietro di un altro ex presidente della Puglia, quel Nichi Vendola che invece a tirarsi fuori dalla corsa non ci pensava nemmeno prima e non ci pensa oggi.

Eppure si è arrivati a un accordo, e in extremis Decaro ha accettato la presenza di Vendola in lista con Avs. È anche vero che le due battaglia dell’ormai ufficiale candidato del campo largo andavano giudicate su due piani diversi, perché se il “parricidio” nei confronti di Emiliano era in qualche modo sostenuto anche dalla segretaria Elly Schlein, la quale lo ha sempre giudicato un “cacicco” al pari del presidente campano Vincenzo De Luca, Vendola è esponente di un altro partito, e precisamente presidente di Sinistra italiana, per cui anche al Nazareno si sono sempre detti «estranei» alle dinamiche interne degli alleati.

Per questo Decaro non è riuscito a ottenere quello che aveva definito «gesto di generosità» da parte di Vendola, sentendosi anzi rispondere che «non si tratta di generosità» ma di rispetto per un altro partito, con il leader dei Verdi Angelo Bonelli che ha perfino ammonito Decaro chiarendo che il campo largo non è «una monarchia» e che quindi, pur stimandolo e sostenendone la candidatura, non aveva e non ha alcun potere di incidere sulle scelte degli altri partiti.

E così si è più volte tornati al punto di partenza, con Decaro a sottolineare come non doveva essere per forza lui il candidato, essendo tra l’altro stato eletto appena un anno fa al Parlamento europeo e guidando lì una delle commissione più importante, cioè quella legata all’Ambiente. Ieri poi la scelta decisiva, concordata con Schlein e annunciata assieme dal palcol.

Certo è che sia da europarlamentare che da eventuale presidente della Puglia le ambizioni di Decaro sarebbero state e saranno a lungo termine, e in molti tra i riformisti dem lo vorrebbero come prossimo segretario sfidando la “sinistra” di Schlein oggi maggioritaria.

D’altronde, le 500mila preferenze ottenute alle Europee dall’ex sindaco di Bari sono ancora sotto gli occhi di tutti in Puglia e non solo, così come l’elezione senza troppi patemi d’animo del suo ex capo di gabinetto Vito Leccese a primo cittadino di Bari dopo il decennio Decaro, e da lui indicato e sostenuto.

Un pesante attacco a Decaro, non il primo a dire la verità e probabilmente neanche l’ultimo, era arrivato poco prima dallo stesso De Luca. «Quando c’è qualcuno che dice “o si fa così o me ne vado”, la risposta da dare è “buon viaggio e che la Madonna ti accompagni”, come diceva il cardinale Sepe ai suoi tempi», ha detto nel corso della consueta diretta social del venerdì esprimendo poi nuovamente solidarietà a Nichi Vendola «che è un esponente politico che non appartiene al Pd e quindi ha il diritto di candidarsi dove e come vuole». Per De Luca «nessuno ha il diritto di mettere in campo atteggiamenti di arroganza, di violazione delle regole e di messa in discussione del diritto a candidarsi che hanno esponenti politici come Vendola, che esercita un diritto costituzionale». L’ex “sceriffo di Salerno” ne ha anche per il candidato in pectore del campo largo in Campania, Roberto Fico, quando sottolinea che «il termovalorizzatore è essenziale» e che «il reddito di cittadinanza è una procheria clientelare». Non proprio un via libera definitivo all’ex presidente M5S della Camera. E a proposito di pentastellati, tornando alla Puglia era stato proprio il M5S, con una nota del deputato e coordinatore regionale in Puglia Leonardo Donno, a scrivere che «è finito il tempo dell’attesa, invitiamo le altre forze progressiste a compiere un serio e definitivo sforzo per colmare le distanze e superare gli ultimi ostacoli che si frappongono a riconoscere tutti in Decaro il candidato oggettivamente più idoneo per determinare una stagione inedita e positiva, da cui noi per primi non potremmo prescindere».

Qualche ora a prima, dal centrodestra era stato il deputato di Fi Davide Bellomo a buttare benzina sul fuoco, spiegando che «questa volta la posizione dell’ex sindaco di Bari è condivisibile».

Prima che fosse lo stesso Decaro a far cadere il veto su Vendola accettando la candidatura a correre per il campo largo.