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ALESSANDRA TODDE PRESIDENTE REGIONE SARDEGNA
Con la sentenza n. 148 del 2025, pubblicata oggi, la Corte costituzionale ha accolto in parte il ricorso per conflitto di attribuzione promosso dalla Regione Sardegna contro lo Stato, annullando le parti dell’ordinanza-ingiunzione del Collegio regionale di garanzia elettorale che avevano imposto la decadenza dalla carica di presidente di Alessandra Todde.
Secondo la Consulta, il Collegio – organo statale istituito presso la Corte d’appello di Cagliari – ha ecceduto i propri poteri, ledendo le attribuzioni costituzionalmente garantite alla Regione.
Il conflitto nasce dall’ordinanza-ingiunzione del 20 dicembre 2024, con cui il Collegio aveva disposto la trasmissione al Consiglio regionale dell’atto che «imponeva la decadenza del candidato eletto». Il provvedimento si riferiva alla mancata nomina del mandatario elettorale e a irregolarità nella rendicontazione delle spese di campagna, da cui il Collegio aveva fatto discendere la presunta ineleggibilità della presidente. La Regione Sardegna aveva impugnato l’atto davanti alla Corte costituzionale, sostenendo che si trattava di un’ingerenza dello Stato nelle proprie prerogative costituzionali.
La Consulta: «Esuberanza di potere, menomata l’autonomia regionale»
I giudici costituzionali hanno chiarito che i Collegi di garanzia elettorale, istituiti dalla legge 515/1993 e poi estesi alle Regioni ordinarie con la legge 43/1995, sono organi dello Stato. Essi esercitano un controllo tecnico sulle spese elettorali, ma non possono incidere sulla titolarità delle cariche politiche regionali. “Nell’imporre la decadenza al Consiglio regionale, il Collegio ha esorbitato dai propri poteri – si legge nella sentenza – determinando una menomazione delle attribuzioni costituzionalmente garantite alla Regione Sardegna”. La Corte ha inoltre sottolineato che, pur gravi, le violazioni contestate non rientrano tra le cause di ineleggibilità previste dalla legge 515/1993, e che eventuali riqualificazioni dei fatti spettano al giudice civile, non agli organi amministrativi di controllo.
Il giudizio civile promosso personalmente da Alessandra Todde contro la sanzione pecuniaria prevista dall’ordinanza è stato già deciso dal Tribunale di Cagliari con la sentenza n. 848 del 28 maggio 2025, che ha confermato la multa, ma non la decadenza. La Regione aveva impugnato anche questa decisione con un secondo conflitto di attribuzione, respinto oggi dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 149, dichiarata inammissibile.
La Consulta ha chiarito che la sentenza civile “non ha valore vincolante per la Regione”, rimasta estranea al giudizio: le affermazioni del Tribunale su eventuali limiti al potere del Consiglio regionale sono state qualificate come meri obiter dicta. La decisione della Consulta restituisce al Consiglio regionale la piena titolarità sul procedimento relativo alla posizione di Todde, “depurando” l’ordinanza di ogni riferimento alla decadenza. Resta impregiudicata, tuttavia, la possibilità che il giudice civile valuti le violazioni contestate ai fini delle sanzioni amministrative.