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ALESSANDRA TODDE PRESIDENTE REGIONE SARDEGNA
Un round perso, ma per Alessandra Todde il match non è finito. «La competenza è rimessa dalla legge al Consiglio regionale» : questa, in sostanza, la decisione della prima sezione civile del Tribunale ordinario di Cagliari, che si è espressa sul ricorso presentato dalla presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, contro l’ordinanza-ingiunzione di decadenza emessa dal Collegio regionale di garanzia elettorale presso la Corte d’Appello, adottata dallo stesso a seguito dell’esame delle spese sostenute da Todde, nel corso della campagna elettorale che la portò a conquistare la presidenza della Sardegna nel febbraio 2024.
Nelle 65 pagine della sentenza che ha rigettato il ricorso di Todde, vergata dal presidente del Collegio giudicante, Gaetano Savona, si legge come per i giudici «le violazioni disattendono integralmente la disciplina in materia di spese elettorali, rendendo impossibile verificare con sicurezza i fondi ricevuti dalla ricorrente, il soggetto finanziatore e l'impiego delle somme».
Le irregolarità rilevate non sarebbero quindi semplici «vizi formali», bensì «violazioni plurime, sostanziali e gravi», che hanno minato la regolarità e la trasparenza della gestione delle spese elettorali. Lo scorso 3 gennaio il Collegio regionale di garanzia elettorale della Sardegna aveva dichiarato la decadenza di Todde da presidente di Regione, a meno di un anno dalla sua elezione, per irregolarità legate alla gestione e rendicontazione delle spese sostenute nel corso della campagna elettorale.
Nello specifico il Collegio di garanzia aveva contestato a Todde la mancata apertura di un conto corrente per la raccolta fondi, di non aver nominato un mandatario elettorale e del rendiconto asseverato, l’omessa presentazione dell’estratto conto ufficiale e in ultimo la carenza di documenti relativi al conto corrente utilizzato.
In ogni caso, come sottolineato dai giudici, «il provvedimento contestato non ha disposto la decadenza, ma, ritenendo che le violazioni accertate comportassero detta conseguenza, ha disposto la trasmissione degli atti al Presidente del Consiglio regionale».
«A differenza di chi sceglie lo scontro con la magistratura», ha commentato la diretta interessata, «noi rispettiamo il ruolo dei giudici e le loro decisioni anche quando non le condividiamo, come in questo caso. Proprio perché crediamo nello Stato di diritto, che prevede tre gradi di giudizio, abbiamo il diritto e dovere di difenderci nel processo, non dal processo. Quindi andiamo avanti: impugniamo la sentenza, perché le violazioni contestate non sussistono, come pure rilevato dalla Corte dei Conti e dalla Procura della Repubblica di Cagliari».
Le opposizioni sono passate all’attacco chiedendo alla presidente di lasciare il suo incarico. «Da diverse ore il centrodestra chiede le mie dimissioni da presidente» ha aggiunto Todde «perché vorrebbe tornare a mettere le mani nella gestione della regione, ma la sentenza dice che è il Consiglio regionale a doversi esprimere in ultima istanza. Questa è una battaglia che si combatte nei tribunali. E lì la combatteremo». Todde ha raccolto la solidarietà del suo presidente, Giuseppe Conte: «Le opposizioni», ha detto, «prima di parlare in modo così scomposto, si facciano consigliare dai legali e cerchino di interpretare bene le sentenze, che noi rispettiamo sempre».
Il prossimo passaggio sarà il 9 luglio, quando la Consulta si riunirà per decidere se la legge richiamata dai giudici del Collegio di garanzia, sulla cui base è stata dichiarata la decadenza di Todde dal ruolo di presidente, sia applicabile a una regione a statuto speciale quale è la Sardegna.