Se le consultazioni per eleggere i presidenti delle Camere dovevano essere la prova generale per testare la capacità grillina di individuare possibili alleati di governo, si può dire che il test sia stato superato. Il Movimento 5 Stelle ottiene infatti il primo successo: incassa l’ok di Pd e Lega per accaparrarsi lo scranno più alto di Montecitorio e spacca l’alleanza di centrodestra. Silvio Berlusconi e Matteo Salvini organizzano colloqui separati, e a trattare con Giulia Grillo e Danilo Toninelli mandano, in momenti diversi, Giancarlo Giorgetti e Renato Brunetta. «Abbiamo incontrato esponenti del centrodestra in ordine sparso», raccontano in conferenza stampa i pentastellati. «Il centrodestra non si è presentato con un unico interlocutore e di conseguenza abbiamo ritenuto utile parlare con tutte le componenti del centrodestra». Compresa Giorgia Meloni, raggiunta telefonicamente.

Se per Leu il colloquio viene gestito da Piero Grasso, per il Pd, invece, si presentano Maurizio Martina e Lorenzo Guerini. «Abbiamo registrato un’apertura sul metodo da parte del Pd e da parte della Lega», raccontano i capigruppo grillini. Niente nomi da mettere sul piatto, però. Quelli salteranno fuori al momento opportuno, dopo un secondo giro di consultazioni già annunciato.

Per ora ai Cinquestelle interessa strappare un sì di massima sulla presidenza della Camera, «vogliamo che sia il luogo in cui si parta con la delibera per l’abolizione dei vitalizi perché riguarda un maggior numero di parlamentari che hanno questo odioso privilegio», spiegano. «Nessuno ci ha detto di no ed è la prima fase di una serie di incontri». E anche se i dem poco dopo faranno sapere che la non ostilità non corrisponde esattamente a un accordo, il Movimento 5 Stelle si mostra comunque soddisfatto del proprio lavoro. «Ho una sensazione abbastanza positiva, non ho visto ostilità da nessuno. C’è un’apertura al ragionamento, al dialogo», dice Giulia Grillo. «Per la prima volta c’è un percorso trasparente e alla luce del sole, per individuare figure che facciano partire bene la legislatura. Questo è il vero modo per garantire indipendenza ed efficacia delle loro funzioni», le fa eco Toninelli. Il Pd però non ha alcuna intenzione di mostrarsi troppo accomodante e nel giro di pochi minuti Guerini precisa: «Un confronto che dovrà proseguire nella prossima settimana prima di poter arrivare a qualsiasi approdo». È stato solo «un primo sguardo d’orizzonte sul metodo da seguire e sulla necessità che si ragioni di profili autorevoli e di garanzia», argomenta. Molto meno diplomatico è invece Michele Anzaldi che su Facebook prova a interrompere la tregua appena siglata. «Che c’entra la presidenza della Camera con i vitalizi? Nulla, siamo di fronte all’ennesima fake news creata dal Movimento 5 stelle per confondere e disinformare i cittadini», scrive il deputato renziano. «E allora perchè Toninelli e Grillo, ma anche il loro leader Di Maio, lanciano la bufala secondo cui ambiscono a quella nomina perchè così partirebbe subito la delibera sui vitalizi? Forse perchè non vogliono ammettere che stanno semplicemente andando a caccia di una poltrona? ».

Ma grillini non si scompongono, vogliono tenere in mano il pallino, non intendono cadere negli stessi gli errori di cinque anni fa, rimanendo alla porta in nome della purezza e per colpa dell’inesperienza. Non si faranno sottrarre il governo del Paese senza vender cara la pelle. Per questo in mattinata Grllo e Toninelli si erano scagliati contro il leader di Forza Italia, convinto di poter costruire una maggioranza alternativa tra centrodestra e Pd, con l’ausilio di eventuali transfughi pentastellati. «All’ex premier diciamo subito una cosa: i nostri parlamentari non sono in vendita», scrivono sul Blog i capigruppo. «Silvio Berlusconi è un uomo disperato. Sa, e lo ha ammesso, che se si dovesse tornare a votare questa volta il Mo-Vimento 5 Stelle prenderebbe il 40 per cento e questo lo terrorizza». Il disegno del leader di FI, per glie esponenti M5S, dimostra «che il centrodestra non parla di programmi, di contenuti, a differenza del MoVimento 5 Stelle, ma litigano fra loro per decidere chi sia il leader. E Berlusconi, che vuole fare campagna acquisti, dimostra che non ha imparato la lezione».

Il Cavaliere è avvisato. Questa volta l’unica campagna acquisti possibile per formare un governo è tra le fila del centrodestra. Di Maio e Salvini hanno già preso il carrello.