La signora Florence che applaude commossa: «Bravo, merci, Jacques!» mentre il feretro inizia il suo viaggio verso il cimitero di Montparnasse e l’ex presidente americano Bill Clinton accolto da un lungo applauso, che poi ha dichiarato «mi mancherà», sono solo due delle istantanee scattate ieri nella piazza Saint- Sulpice eppure dicono molto dell’uomo Jacques Chirac. Che per tutta la vita «ha cercato di farsi voler bene», dice l’ex presidente François Hollande, che amava la gente e voleva essere amato, che «stava bene nei saloni dell’Eliseo come al Salone dell’agricoltura», ha ricordato il vescovo Michel Aupetit.

Si piange così davanti alla seconda cattedrale di Francia il presidente più amato dai francesi, scomparso dopo una lunga malattia a 86 anni. Al momento della sepoltura in forma privata, un minuto di silenzio lo ricorderà. Insieme ai visitatori del museo che lo celebra, Quai Branly, e a quelli che si sono messi in coda dalla domenica pomeriggio, in un intenso omaggio popolare durato fino alle 7 del mattino di ieri e per il quale ogni partecipante ha ricevuto in ricordo un libretto dei discorsi più noti di Chirac.

Dopo la cerimonia privata e gli onori militari a Saint- Louis des Invalides, centoventidue personalità tra cui una trentina di capi di stato e di governo sono stati accolti a Saint- Sulpice, molti dei quali saranno poi ricevuti all’Eliseo. Uno speciale omaggio in musica di Schubert lo ha firmato Daniel Barenboim, Legione d’onore nel 2007 per la musica ricevuta proprio da Chirac ( perché “niente sa parlare meglio al cuore e alla pancia”). C’erano tra tante personalità politiche di ogni schieramento – Le Pen esclusi – gli ex presidenti Sarkozy, Hollande e Valéry Giscard D’Estaing. C’era il presidente Sergio Mattarella, che così ha scritto al suo omologo Macron: «Fu sempre un lucido e tenace interprete della vocazione europeista della Francia, di cui seppe incarnare i più alti valori repubblicani», un uomo che aveva contribuito «all’amicizia tra Parigi e Roma».

Dentro, la messa solenne racconta l’uomo di stato: l’attenzione per la frattura sociale, il “vero amore per le persone”, un politico «con una visione» dalla scienza all’ecologia, il suo famoso allarme “la casa brucia”, colui che si astenne dal portare il paese in guerra contro l’Iraq. Fuori, nella piazza sferzata da un vento fresco d’autunno, già dalle prime ore del mattino stazionano alcune centinaia di persone, fino a riempirla.

Si noteranno gli applausi per Clinton e Sarkozy, i mormorii quando i maxi schermi mostrano Vladimir Putin già nella chiesa. Tante persone che come in una sola voce dicono “non potevo non essere qui”, una folla che è stato anche “un grande conforto” per la moglie Bernadette, alla quale la salute non ha permesso di prendere parte a tutte le cerimonie. E per il figlio Claude tanto calore e tanti grazie che a sua volta, quando la messa è finita, ha sentitamente ricambiato.