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Assad
È al sicuro a Mosca, protetto e circondato da agi costruiti in decenni di potere, ma l’esilio di Bashar al Assad è tutt’altro che scintillante. A raccontarlo è il The Guardian, secondo cui l’ex presidente siriano conduce una vita ritirata, lontana dai riflettori e, soprattutto, tagliata fuori dai palazzi del potere russo.
Assad vivrebbe in una residenza super blindata nella zona di Rublyovka, l’area più esclusiva della capitale russa, dove abitano oligarchi e membri dell’élite politica. Ma il lusso non basta a compensare l’isolamento: l’ex rais non avrebbe contatti diretti con il Cremlino e non sarebbe più considerato un interlocutore di interesse.
Il ritorno alla professione di oculista
Secondo una fonte vicina alla famiglia, Assad avrebbe ripreso a studiare il russo e a esercitare nuovamente la professione di oculista, che praticava già a Damasco prima della guerra. «È una sua passione – racconta l’amico al Guardian – non ha bisogno di soldi, ma ha sempre continuato a esercitare». Non è escluso che oggi possa avere come pazienti esponenti della ricca élite moscovita.
Un ritorno simbolico alla vita precedente alla politica, che però non cancella il peso della caduta del regime. Vladimir Putin, secondo le stesse fonti, non ama circondarsi di leader sconfitti: perso il potere, Assad non rappresenta più un valore strategico né politico né sociale.
Un’esistenza tra Mosca e Golfo
A un anno dalla fuga da Damasco, la famiglia Assad conduce un’esistenza riservata tra la Russia e gli Emirati Arabi Uniti. Proprio nel Golfo l’ex presidente sperava inizialmente di trasferirsi, ma gli emiri avrebbero fatto capire che non era gradito.
I contatti di Assad con l’esterno sarebbero ridotti al minimo: pochi ex collaboratori, come Mansour Azzam e Yassar Ibrahim, e nient’altro. Nessuna frequentazione dei circoli siriani o russi che un tempo lo accoglievano.
La fuga e il silenzio imposto
L’8 dicembre 2024 la caduta fu improvvisa. Assad lasciò Damasco senza avvisare neppure i suoi collaboratori più stretti, raggiungendo la base aerea russa di Khmeimim. Senza preavviso e senza interpreti, la famiglia fu costretta a passare la notte in auto davanti alla base.
Dopo il passaggio in Oman, il ricongiungimento avvenne a Mosca, dove si trovava già l’ex first lady Asma al Assad, da tempo gravemente malata di leucemia. Secondo il Guardian, Asma sarebbe migliorata grazie a una terapia sperimentale seguita sotto la supervisione dei servizi russi.
Quando le sue condizioni si sono stabilizzate, Assad avrebbe tentato di pianificare alcune interviste per raccontare la propria versione della storia. Tentativi però bloccati da Mosca, che avrebbe imposto un silenzio assoluto. L’unica uscita pubblica della famiglia, senza Bashar, risale al 30 giugno scorso, in occasione della laurea della figlia Zein alla MGIMO, l’università d’élite russa


