Una delle spiagge più celebri dell’Australia si è trasformata in uno scenario di terrore e sangue. A Bondi Beach, a Sydney, una sparatoria di matrice antisemita ha causato 16 morti e 38 feriti, segnando l’episodio più grave nel Paese degli ultimi trent’anni. L’attacco è avvenuto mentre centinaia di persone si erano radunate per celebrare Hanukkah, la festa ebraica delle luci.

La sparatoria sulla folla

Secondo la ricostruzione delle autorità, due uomini armati di fucili semiautomatici hanno aperto il fuoco indiscriminatamente sulla folla nel tardo pomeriggio australiano, domenica mattina in Italia. Tra le vittime ci sono una bambina di 12 anni e il rabbino di Sydney Eli Schlanger. Non risultano cittadini italiani coinvolti.

All’arrivo delle forze dell’ordine, uno degli aggressori è stato ucciso, mentre il secondo è rimasto gravemente ferito ed è ora in custodia. Nella loro auto la polizia ha rinvenuto ordigni rudimentali pronti per essere attivati, rafforzando l’ipotesi di un attacco terroristico pianificato.

Emergency workers transport a person on a stretcher after a reported shooting at Bondi Beach in Sydney, Sunday, Dec. 14, 2025. (AP Photo/Mark Baker)Associate Press/ LaPresseOnly Italy and Spain
Emergency workers transport a person on a stretcher after a reported shooting at Bondi Beach in Sydney, Sunday, Dec. 14, 2025. (AP Photo/Mark Baker)Associate Press/ LaPresseOnly Italy and Spain
Attacco antisemita in Australia (APN)

Il gesto eroico di un passante

Decisivo, secondo quanto riferito dai media australiani, l’intervento di un civile. Un uomo di 43 anni, Ahmed al Ahmed, ha affrontato uno degli assalitori a mani nude, riuscendo a disarmarlo prima di essere colpito due volte. È stato sottoposto a un intervento chirurgico ed è ricoverato in condizioni serie. Il premier del Nuovo Galles del Sud lo ha definito “un vero eroe”.

Condanna unanime: «Attacco antisemita»

Il premier del Nuovo Galles del Sud Chris Minns non ha avuto dubbi: «Questo attacco era diretto contro la comunità ebraica di Sydney». Sulla stessa linea il primo ministro australiano Anthony Albanese, che ha parlato di «atto di malvagio antisemitismo e terrorismo» aggiungendo: «Un attacco agli ebrei australiani è un attacco a tutti gli australiani. Non c’è posto per questo odio nella nostra nazione».

Un clima di odio crescente

L’attentato si inserisce in un contesto di forte escalation dell’antisemitismo in Australia. Dall’inizio della guerra a Gaza, secondo dati ufficiali, aggressioni, atti vandalici e minacce contro cittadini ebrei sono più che triplicati. Negli ultimi mesi si sono registrati incendi dolosi a sinagoghe, graffiti antisemiti su abitazioni e negozi, e aggressioni a Sydney e Melbourne.

Le reazioni internazionali

Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha parlato di «una campagna antisemita che colpisce vittime innocenti, estranee a quanto accade in Cisgiordania o a Gaza». Dura anche la presa di posizione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che ha accusato le politiche del governo australiano – incluso il riconoscimento dello Stato palestinese – di alimentare l’odio antiebraico. Nella serata di domenica è arrivato anche il commento del presidente degli Stati Uniti Donald Trump: «È stato un attacco orribile, puramente antisemita».