Le porte non sono chiuse a nessuno: chiunque abbia voglia di costruire un nuovo Paese, che detti la linea in Europa e che realizzi le riforme già annunciate dalla Lega nei mesi scorsi è «il benvenuto» dalle parti di via Bellerio. Perché tanto, l’esperienza di governo M5s- Pd porterà ad un solo risultato: «la perdita di credibilità di entrambi i movimenti», tutto a vantaggio della Lega. Parola di Massimiliano Romeo, capogruppo del Carroccio al Senato.

Berlusconi ha accusato la Lega di aver consegnato il Paese alla sinistra: il centrodestra è morto?

Intanto ragioniamo sulle elezioni regionali, a partire dall’Umbria, che saranno un banco di prova fondamentale per il centrodestra, sul quale dobbiamo lavorare tutti col massimo impegno. A livello nazionale, Berlusconi, dopo averci martellato per un anno con i suoi organi di informazione per dirci di staccare la spina, adesso è il primo che ci accusa di aver mandato la sinistra al potere. Non brilla particolarmente per coerenza. Noi lo abbiamo detto più volte: non dobbiamo guardare al passato, ai vecchi schemi del centrodestra, ma al futuro, aprendo a tutti quelli che ci stanno. Salvini è stato molto chiaro: vuole l’Italia del sì, alle infrastrutture, alle grandi opere, ad una riforma della giustizia vera, che dia tempi certi e garantisca la separazione delle carriere, all’autonomia, che è quello che ci vuole in questo momento per garantire un minimo di riforme istituzionali in grado di ridurre il gap Nord- Sud, alla riduzione delle tasse, quindi ad una manovra espansiva che è quella di cui ha bisogno il Paese per poter crescere. Attorno a questi sì noi apriamo le porte a tutti coloro che ci stanno.

Anche - di nuovo - al M5s?

Se qualcuno ha voglia di far crescere questo Paese, cambiando le regole in Europa senza ridurci a schiavi dell’Ue o a una colonia franco- tedesca, noi ci siamo.

Cosa farà la Lega se il governo dovesse ottenere la fiducia?

Si farà opposizione in aula, in modo puntuale, preciso, guardando ogni singolo provvedimento. Non in modo chiassoso, per fare baccano e basta, ma nel merito, perché questo è il modo in cui deve proporsi una forza che presto tornerà a governare. Partiremo da lì per costruire quella che sarà l’alternativa a questo esecutivo telecomandato dall’Ue. Siamo convinti che i cittadini ci daranno ragione e che presto torneremo a governare.

Salvini però ha invocato la piazza, non teme che possano esserci piazze piene e urne vuote?

Mi sembra che le manifestazioni in piazza siano sempre state fatte e che sia un diritto garantito dalla nostra Costituzione protestare contro quello che viene considerato dalla stragrande maggioranza della gente un governo che non rispecchia la volontà popolare, un governo di perdenti e di quelli che, in nome delle poltrone, hanno fatto un vero e proprio ribaltone.

Aver rotto con il M5s premierà la Lega, dunque?

Non è che la Lega abbia rotto con il M5s facendo calcoli particolari. Abbiamo sempre detto che fin quando il governo portava avanti degli obiettivi allora sarebbe andata bene e che avremmo staccato la spina nel momento in cui ci saremmo accorti che il governo le cose non le avrebbe più fatte. Ed è quello che è successo.

Un esempio?

Penso alla riforma della Giustizia. C’era un accordo politico: noi avremmo votato per l’abolizione della prescrizione dal 2020 in poi, ma dall’altra parte dovevano esserci tempi certi per i processi. Bonafede ha presentato però una riforma che non cambiava nulla, gattopardesca: cambiare tutto per non cambiare niente. Si partiva dal presupposto che fuori cittadini ed imprenditori fossero tutti presunti colpevoli. Beh, per noi fuori ci sono presunti innocenti, fino a prova contraria. Poi sull’autonomia era tutto impantanato e avevamo capito che Conte, alla fine, aveva cambiato idea. Eravamo partiti con una manovra economica per sfidare l’Europa, con un aumento del deficit per andare incontro alle esigenze dei cittadini, ma quell’anima sovranista e populista che voleva rimettere il popolo al centro dell’attenzione è andata persa e il presidente del Consiglio, improvvisamente, ha cominciato a seguire le sirene della Merkel e di Macron, piegando piano piano l’azione di governo verso la solita politica di austerity, che poi era la causa dei nostri mali. Il voto dei 5Stelle a Ursula Von der Leyen è stata la conferma. Non ci sono stati calcoli elettorali, sarebbe stato così se avessimo rotto subito dopo le europee, quando potevamo prendere il doppio dei parlamentari e dei ministri. Ma questo ragionamento non ha mai fatto parte del nostro dna.

Però pochi giorni prima dell’apertura della crisi il M5s ha appoggiato il Decreto Sicurezza bis dando comunque fiducia al governo...

Quello è stato l’unico provvedimento portato fuori dal governo dopo le europee e non è stata una vera e propria fiducia, ma semplicemente un voto per non aprire una crisi. Poi l’hanno aperta loro, sostanzialmente, con la presentazione della mozione sulla Tav. Poi erano mesi che Conte aveva preso quella strada filoeuropeista e da avvocato del popolo è diventato avvocato delle élites, tant’è vero che con Tria aveva già concordato che nella prossima manovra noi avremmo ottenuto un rapporto deficit/ pil dell’ 1,7- 1,8. Questo voleva dire, sostanzialmente, che non saremmo mai riusciti a fare la flat tax. E senza quella la manovra non l’avremmo fatta.

La crisi si sarebbe aperta comunque a ottobre, dunque?

Sì e sarebbe stato anche peggio da un punto di vista economico per il nostro Paese, essendo sotto finanziaria.

Cosa pensa della bozza di programma del futuro governo?

Ho sentito parlare di tutto fuorché di programmi. Ho sentito parlare di poltrone, ma di punti programmatici nulla. Sinceramente è difficile che possano fare un programma comune. Cosa facciamo, sui vaccini vince la linea di Paola Taverna o della Lorenzin? Jobs Act o decreto dignità? Poi tenteranno di sfumare con parole belle per far partire il governo e non perdere la poltrona, ma ci saranno centinaia di problemi quotidiani che paralizzeranno l’attività del governo e sarà un vero e proprio suicidio politico per entrambi partiti.

Ma queste differenze c’erano anche tra M5s e Lega.

C’erano delle differenze di vedute, ma anche molti punti in comune e non si trattava di due movimenti diametralmente opposti su tutto. Ad esempio, sul tema dei vaccini noi eravamo comunque una vicinanza con il M5s o su quota 100 avevamo la stessa idea di superare la Fornero. Il Pd, invece, vuole completamente superare quota 100. Ma se questa è la scelta che faranno allora la Lega arriverà al 60%.

Quindi il governo durerà poco?

Non lo so, magari dura tutta la legislatura, perché il collante della poltrona è fondamentale per questi personaggi. Ma le bugie hanno le gambe corte e prima o poi questo governo si affosserà da solo e noi saremo pronti a tornare a governare l’Italia.