Dopo 18 anni il caso Garlasco riempie ancora pagine e pagine di cronaca nei giornali. Oggi sentiamo il parere dell’avvocato Francesco Compagna, legale del fratello di Chiara Poggi, Marco, dai tempi del ricorso in Cassazione che stabilì un processo di appello bis per Alberto Stasi.

Lei la scorsa settimana ha dichiarato: “il nostro ordinamento attribuisce alle Procure un amplissimo potere in fase di indagini ma non per questo gli inquirenti possono collocarsi al di sopra della giurisdizione ignorando quanto accertato in un giusto processo”. Cosa intendeva dire con precisione?

Pochi giorni fa il professor Leonardo Filippi (ordinario di Diritto processuale penale presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cagliari, ndr) evidenziava ad esempio che una ipotetica richiesta di rinvio a giudizio di Andrea Sempio si porrebbe in contrasto con il precedente giudicato di condanna e sarebbe pertanto da ritenere nulla. Ma la questione non è solo processuale, è anche di buon senso: come si fa a cercare prove a carico di altri soggetti senza confrontarsi con i dati certi emersi all'esito di un giusto processo? Una cosa è approfondire un dato per verificarne ulteriormente la fondatezza, altra cosa è lanciare in pista delle ipotesi alternative su cui provare a far convergere gli elementi più disparati.

Fino a che punto, anche in assenza di un processo di revisione per Alberto Stasi che gli è stato sempre negato, la procura può fare nuove indagini?

Dal nostro punto di vista, ogni ulteriore accertamento può essere astrattamente utile a fare chiarezza. Sappiamo però che già da diversi anni alcuni Carabinieri si sono posti esplicitamente l'obiettivo di “riscrivere” la storia di Garlasco insieme alla trasmissione “Le Iene” e questo non può non far paura. Mi sembra inoltre che ci sia scarsa dimestichezza con il tema del Dna, come se si trattasse sempre della prova regina. Delle tracce di Dna misto così degradate non hanno davvero alcun valore indiziante, a maggior ragione rispetto a una persona che aveva frequentato la stessa casa e in totale assenza di colluttazione fra vittima ed assassino. Conoscendo da vicino la dinamica dell'omicidio, facciamo fatica a comprendere quale sia lo scopo di una così vasta attività di indagine, che fa peraltro seguito anche a due decreti di archiviazione.

Lei ha contestato anche il processo mediatico che sta caratterizzando questa fase delle indagini. Lo stesso però avvenne quando a essere indagato prima e imputato poi fu Alberto Stasi. Diciamo che per questo sono tutti delle vittime.

Come sempre avviene l'attenzione dei media si concentra sulle indagini e non sul processo, lasciando al pubblico delle impressioni totalmente distorte. La cosa più incredibile è che tutti i penalisti italiani parlano di Garlasco, ma davvero in pochi hanno avuto la curiosità di approfondire le ragioni delle prime assoluzioni e della successiva condanna di Stasi. Ci sono delle dinamiche del mondo dell'informazione che sembrano travolgere anche gli addetti ai lavori. Credo però che gli inquirenti abbiano dei doveri di tutela, nei confronti di tutte le persone coinvolte in una indagine, ai quali non dovrebbero mai sottrarsi. Non possiamo abituarci passivamente a tutto questo.

Stasi fu assolto per due volte, poi la Cassazione riaprì i giochi. Può ricordare brevemente quale elemento nuovo si aggiunse per la condanna dell’appello bis?

Il giudizio di rinvio consentì innanzitutto di far emergere l'attività di sviamento delle indagini posta in essere dal maresciallo Marchetto a beneficio di Stasi. I pedali insanguinati che si trovavano sulla bici vista dalle testimoni erano stati immediatamente spostati su un'altra bici e nei giorni successivi venne redatta questa assurda annotazione in cui si diceva che la bici nera da donna non c'entrava nulla con il delitto. Si individuarono inoltre anche le scarpe Frau calzate da lui al momento dell'omicidio grazie alle tracce impresse sul tappetino del bagno e si accertò inequivocabilmente la falsità del racconto di Stasi sulla sua asserita scoperta del cadavere.

Alberto Stasi ha il diritto di professarsi innocente?

Assolutamente. Lo ha sempre liberamente esercitato e immagino che continuerà a esercitarlo nei prossimi anni. Aggiungo che la Cassazione ha più volte riconosciuto anche il diritto del condannato a ricercare nuove prove per tentare di ribaltare il giudicato attraverso un'istanza di revisione. E proprio di recente ne sono stati richiamati i presupposti in occasione della sentenza su Rosa e Olindo. Resto invece profondamente perplesso davanti al tentativo di ribaltare il giudicato attraverso una campagna mediatica che coinvolge altre persone.

Non ritiene che una doppia assoluzione possa sollevare il ragionevole dubbio?

Capisco benissimo l'argomento, ma non mi pare che si adatti a questo processo. Prima che si scoprisse lo scambio dei pedali e la falsa testimonianza del maresciallo Marchetto era giusto nutrire dei dubbi, adesso mi pare francamente impossibile. Il ribaltamento di una assoluzione è un tema molto delicato, ma è sbagliato desumerne che si è condannato senza prove.