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CLAUDIO GALOPPI SEGRETARIO DI MAGISTRATURA INDIPENDENTE MAGISTRATO
L’Anm parli tecnicamente della riforma, abbandoni i connotati ideologici e non si faccia coinvolgere nello scontro pro o contro governo. La partita è ancora aperta. A dirlo in questa intervista è Claudio Galoppi, segretario di Magistratura Indipendente.
Toghe “non cadete nell’abbraccio mortale delle opposizioni” auspica Nordio. È d’accordo?
Non si deve cadere nell’abbraccio di nessuna forza politica perché qualunque perdita di terzietà è mortale per l’autonomia della magistratura, un bene prezioso che oggi va salvaguardato ad ogni costo.
L’Anm sembra “una succursale” del Pd, dice il suo collega del gruppo dei CentoUno Andrea Reale. Condivide?
Mi sembra un giudizio ingeneroso e infondato nella sua generalizzazione, che tuttavia prende spunto da atteggiamenti di una parte della magistratura connotati ideologicamente: è un atteggiamento incompatibile con l’idea stessa di giurisdizione che deve rifuggire da qualunque forma di condizionamento culturale o addirittura politico-partitico.
Il senatore Marcello Pera ha detto in Aula: o “l’Anm perde il referendum e allora diventa un piccolo e irrilevante soggetto che si aggiungerà al Campo largo. Oppure vince e che cosa diviene? Diventa soggetto politico egemone nella lotta di liberazione contro la dittatura del governo Meloni”. Come commenta?
È il lucido giudizio che scolpisce la situazione che si verrebbe a creare se l’Anm non si tenesse lontana dalla dimensione strettamente politica alla quale si vuole ridurre il dibattito referendario: è per questo che io ho insistito sul fatto che la partecipazione dell’Anm a tale dibattito dovrà essere di natura tecnica, per spiegare i limiti strutturali di questa riforma che rischia di ottenere addirittura un effetto contrario a quello perseguito.
Secondo lei al momento l’Anm sta conducendo la comunicazione con i toni giusti o avrebbe qualche consiglio da dare?
Il consiglio è quello ora espresso: non farsi coinvolgere nello scontro pro o contro il governo in carica.
Il presidente onorario del Comitato del No è il costituzionalista e avvocato Enrico Grosso. Approva questa scelta o avrebbe suggerito un altro nome o un altro profilo?
Non è mio compito dare suggerimenti o indicazioni. Si tratta di un giurista autorevole che potrà dare un contributo significativo in questa delicata fase.
Dopo la bocciatura della Corte dei Conti del ponte sullo Stretto, dal governo sono arrivate le solite accuse verso una magistratura che invade le scelte politiche. Che ne pensa?
Prima di esprimere un giudizio occorre, per serietà, attendere le motivazioni sottese al giudizio negativo espresso dalla Corte dei Conti. È certo però che il reciproco rispetto istituzionale è la condizione essenziale per un confronto e un dibattito leali e proficui.
Il sottosegretario Mantovano due giorni fa in una intervista al Corriere della Sera ha detto che “ancora oggi le nomine più significative avvengono tenendo conto anche della militanza correntizia” quindi ben venga il sorteggio. È d'accordo con la diagnosi e con la cura?
Sono ben note le derive negative del correntismo, ma non dimentichiamo che alla base vi è comunque il dato ineliminabile delle diversità culturali che caratterizzano le divisioni presenti nella stessa società civile. In ogni caso il meccanismo del sorteggio non sembra certo la soluzione al problema: non tutti i magistrati hanno la capacità di gestire un’attività complessa come quella svolta dal Csm, così si rischia di attribuire un enorme potere a persone non adeguatamente strutturate per tale funzione; per non dire poi che i “sorteggiati” inevitabilmente formeranno della “aggregazioni” (è nella dinamica stessa del funzionamento degli organismi collegiali) in base a criteri tutt’altro che trasparenti ed adeguati alla importanza del ruolo rivestito. Insomma, il sorteggio, cioè l’eliminazione per i soli magistrati ordinari dell’elettorato attivo e passivo, è lo strumento con il quale si vuole svilire il governo autonomo della magistratura.
Il ministro Nordio dice: “Non abbiamo paura del referendum”. Secondo lei dovrebbe, invece? La partita è aperta?
La partita è aperta perché è difficile fare previsioni in quanto le appartenenze ai due schieramenti sono trasversali. Sarà nostro compito spiegare la posta in gioco e soprattutto far capire a ogni cittadino che questa riforma non risolve nessuno dei problemi che davvero riguardano il funzionamento della giurisdizione, dalla durata dei processi alla qualità delle decisioni.


