Dalla settimana prossima, esattamente dal 15 di febbraio, “Il Dubbio” estende i suoi territori e arriva in tutt’Italia. Già è in tutt’Italia, ovviamente, nella sua versione web e nella sua edizione on line sfogliabile. La novità è che arriverà anche la versione “cartacea”, quella che finora si trovava solo nelle edicole di una decina di città. Ora siamo in grado di accettare la sottoscrizione di abbonamenti da qualunque luogo.

Gli abbonamenti costeranno 200 euro per tutto l’anno ( cioè per circa 260 numeri) e serviranno a far leggere il giornale tradizionale a chiunque voglia, e anche a sostenere il giornale e a rafforzarlo.

Ci siamo decisi a compiere questo passo, che organizzativamente è abbastanza complesso, perché da diversi mesi riceviamo richieste da tutte le regioni, specialmente da quelle del Sud che per noi è impossibile raggiungere attraverso la rete delle edicole. L’abbonamento al giornale cartaceo risolve questo problema. Naturalmente chi si abbona al giornale di carta avrà gratuitamente anche la versione web. Le istruzioni su come abbonarsi ( con la carta di credito) sono già sul sito (www.ildubbio.news) e nei prossimi giorni le pubblicheremo anche su queste pagine.

“Il Dubbio” è in edicola da 10 mesi. E’ stato una scommessa “ardimentosa”, sia perché, come sapete, da diversi anni la carta stampata sta subendo gli effetti di una crisi travolgente, e che ha portato al ridimensionamento o alla scomparsa di decine di destate, con un danno grave anche per il pluralismo. Sia per la linea molto originale che abbiamo scelto, e cioè una linea fortissimamente garantista, liberale, di difesa dei diritti individuali e collettivi prima di ogni altra cosa.

È una linea che ci costringe a nuotare come i salmoni: controcorrente. Facendoci largo, a fatica, in un’opinione pubblica orientata in gran parte su una idea opposta alla nostra, e cioè verso una società che metta al primo posto non il diritto ma la punizione, non la solidarietà ma la difesa delle piccole patrie, non la legalità ma il giustizialismo.

Quasi tutta la stampa italiana, al di là delle posizioni politiche di destra o di sinistra, oggi è in modo abbastanza compatto schierata su posizioni non garantiste. Il garantismo è visto eventualmente come un salvagente occasionale per dare una mano ai propri amici. In quel caso persino giornali ultra- giacobini ( o quelli reazionari) si ricordano della Costituzione e si presentano col volto liberale. Ma dura poco: al primo dirigente di un partito nemico che finisce sotto accusa, o al primo manager, o al primo migrante o al ragazzino rom sospettato di qualche reato, il garantismo scompare in un battibaleno, e torna il grido esaltato: crucifige, crucifige. “Il Dubbio” è nato per creare una argine culturale a questa tendenza. E’ nato per creare degli anticorpi, per sgretolare le certezze, per costringere almeno pezzi del mondo dell’informazione a ragionare, a riconsiderare le proprie posizioni, a spezzare il fronte.

È nato grazie all’iniziativa dell’avvocatura italiana, e soprattutto per la volontà determinata del Consiglio nazionale forense ( il Cnf), che ha deciso di scendere in campo in una battaglia dalla quale dipende una parte del futuro della nostra civiltà. Noi oggi siamo a un bivio, in Italia e in tutto l’occidente. E la posta della battaglia che è aperta è molto grande: vincerà la modernità, e dunque lo Stato di diritto come bene supremo, oppure vincerà l’idea che lo Stato di diritto è pericoloso, mette in discussione i piccoli privilegi, le piccole certezze, le manie di punizione e di vendetta, il terrore degli altri?

L’avvocatura ha deciso di impegnarsi con la sua forza, che non è piccola, e gettando sul piatto della bilancia la propria tradizione e il proprio sapere. La scelta di dar vita a un giornale quotidiano come “Il Dubbio” nasce da questo impegno. E a questo stesso impegno invita tutte le forze, i gruppi e le personalità che sono interessate all’affermazione della modernità. “Il Dubbio” non è un giornale- contro. E’ un giornale- per. Non è un giornale giamburrasca, alla ricerca di provocazioni o di visibilità. E’ proprio il contrario: una testata che crede profondamente nei principi della Costituzione e che chiede legalità, contro le sopraffazioni, gli squilibri di potere, le ingiustizie, le persecuzioni. Non è un giornale contro la magistratura, alla quale anzi da un grande spazio: è un giornale che propone alla magistratura di rinunciare alla difesa esasperata di se stessa e di impegnarsi per la difesa del diritto; di non considerarsi come una entità superiore, “unta da Dio”, destinata a rendere pura una società impura e corrotta, ma di accettare il proprio ruolo, il proprio compito istituzionale, con distacco, con impegno, anche con umiltà.

Certo che è stata una scommessa ardimentosa, fare un quotidiano. La novità sta nel fatto che la scommessa è stata vinta. Il giornale è nato, ha avuto successo, è cresciuto molto in questi mesi. Ora abbiamo bisogno di un nuovo scatto, dobbiamo rafforzarci, estenderci. Perciò non ci rivolgiamo più solo agli avvocati, che sono la spina dorsale di questa impresa, ma a tutti. A chiunque abbia voglia di discutere, senza pregiudizi, senza bandiere, senza pensare di poter guadagnare qualcosa, ma con la curiosità di affrontare le idee, di metterle in discussione, di confrontarle. Abbonarsi al giornale può essere un primo passo molto concreto e importante per far parte di questa discussione e di questa battaglia.