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Maria Annunziata presidente Cassa Forense
La data da cerchiare sul calendario è il 27 giugno, quando il Villaggio Olimpico aprirà le porte in anteprima all’avvocatura per la prima edizione di Milano Law& Run: un’iniziativa che unisce sport, prevenzione e formazione attraverso una gara di corsa di 10 km e un ciclo di dibattiti sul futuro della professione. Ne parliamo con Marisa Annunziata, presidente di Cassa Forense, che patrocina l’evento insieme al Consiglio nazionale forense.
Qual è il messaggio principale che l’avvocatura vuole trasmettere con questa iniziativa?
È sicuramente centrale la condivisione tra tutte le istituzioni forensi e le componenti dell’avvocatura che saranno presenti a Milano il 27 giugno. È un villaggio della giustizia, della cultura, del confronto e della salute, intesa appunto come prevenzione. Un’ottima iniziativa, per la quale esprimo i miei personali complimenti al Cnf e all’Ordine degli avvocati di Milano.
La giornata si aprirà alle 14.30 con un convegno istituzionale al quale lei prenderà parte insieme al presidente del Cnf, Francesco Greco, per dialogare sul futuro della professione, approfondendo il ruolo delle nuove tecnologie, la riforma del sistema previdenziale e la prospettiva di un nuovo ordinamento professionale.
È un convegno sicuramente di grande interesse, anche perché molto variegato, nel corso del quale Cassa Forense, Cnf e Coa si confronteranno sui cambiamenti in atto nella professione e sulle possibili misure da assumere, tenendo conto soprattutto delle criticità che investono la categoria e individuando al contempo eventuali opportunità da cogliere in una visione più ampia e strutturata.
Su quali argomenti verterà il suo intervento?
In genere parlo della riforma del sistema previdenziale perché è il pilastro della nostra formazione. Però mi piace illustrare anche tutta la parte di welfare che Cassa forense offre. Parlerò dei motivi che ci hanno condotto alla riforma della previdenza, motivi che naturalmente non coinvolgono solo noi ma anche i ministeri vigilanti. Parlerò anche di assistenza, per delineare le misure di compensazione tra ciò che gli avvocati devono corrispondere al livello di contributi e ciò che noi restituiamo in termini di assistenza ad ampio raggio, dalla salute alla famiglia, per far fronte alle esigenze dell’avvocatura.
A Milano sarà presentato anche il progetto “Mens Sana in Corpore Sano”, promosso da Cassa Forense in sinergia con la Carovana della Prevenzione dell’Associazione Komen Italia. In che consiste?
Lo abbiamo sperimentato nell’ultimo anno portandolo in tutta Italia, anche per capire quale appeal potesse avere sull’avvocatura. E abbiamo scoperto che l’iniziativa è molto gradita. Il progetto è dedicato soprattutto alle donne, attraverso esami clinici, visite specialistiche e prestazioni che tendono a promuovere innanzitutto la cultura della prevenzione. Le iniziative si svolgono in genere all’esterno dei tribunali o comunque nelle strutture dedicate all’avvocatura attraverso unità mobili, i camper. Secondo specifiche disponibilità delle singole tappe, sono previste consulenze anche per gli uomini iscritti a Cassa Forense. Con il progetto attivato con il Policlinico Gemelli abbiamo provato a “coprire” tutta l’avvocatura, sempre attraverso una prevenzione mirata.
Salute e prevenzione saranno protagonisti dell’iniziativa di Milano anche grazie alla partecipazione dell’Ospedale Olimpico Niguarda: tutti i partecipanti avranno accesso gratuito a una vasta gamma di attività e servizi per il benessere psico- fisico. Perché è così importante occuparsi di questo aspetto nella vita professionale di un avvocato?
Perché è una libera professione, e al pari di tutte le altre - forse un po’ di più - quella dell’avvocato ci impedisce materialmente di fermarci per motivi legati a patologie o a una scarsa cura del proprio corpo. Abbiamo una vera e propria “filiera” in termini di salute, a partire dalla polizza sanitaria gratuita di cui dispongono gli avvocati iscritti a Cassa. Il pacchetto include anche la prevenzione, con dei check up gratuiti.
Veniamo alla gara di corsa, la 10 km del Campionato nazionale forense che rappresenta anche un momento simbolico: è l’avvocatura che viaggia verso il futuro, in un percorso che collega idealmente l’innovazione del Villaggio Olimpico con la tradizione dell’Abbazia di Chiaravalle.
Esatto, è un connubio di tradizione e innovazione perché soltanto se guardiamo alla storia possiamo davvero affrontare il futuro.
Un vero e proprio check up dell’avvocatura, in termini di stato di salute della professione, arriva ogni anno con il rapporto di Cassa Forense- Censis. Qual è per lei il dato più allarmante emerso dall’ultimo documento?
Io cerco sempre di evitare gli allarmismi che possono derivare dai numeri dell’avvocatura che rendiamo pubblici e consultabili, con le relative valutazioni sul calo delle iscrizioni e sull’aumento delle cancellazioni. Gli allarmismi non fanno altro che dissuadere i più giovani dall’approcciarsi a una professione bellissima, che però richiede grandi sforzi e una grande passione. Siamo di fronte a delle fisiologiche trasformazioni di una categoria che deve volgere lo sguardo verso un futuro diverso. Il mercato oggi richiede specializzazioni e approcci nuovi, ed è per questo che ci stiamo impegnando per fornire strumenti per la formazione dei più giovani attraverso programmi molto professionalizzanti e declinati su temi innovativi, dalla compliance alle tecnologie legate allo sviluppo ambientale e urbanistico.
Torniamo alla corsa, aperta a tutti sia nella modalità competitiva sia nel percorso amatoriale. La gara sarà un’occasione per parlare anche a un pubblico di non addetti ai lavori?
Credo che questo sia importantissimo. Bisogna uscire dalle nostre mura, volgere lo sguardo verso altri orizzonti. È proprio questo a rendere speciale l’evento di Milano, che crea sinergie nella comunità forense e tra il mondo dell’avvocatura e tutti gli altri, dalla politica all’impresa.