Annamaria Napoli è la nuova presidente di Aiga Roma. Alla guida dei giovani avvocati capitolini, dopo molti anni di esperienza maturata anche come tesoriere, Napoli è una convinta sostenitrice del gioco di squadra, soprattutto in un momento molto delicato, come quello attuale, per l’avvocatura e per le altre professioni intellettuali. «La mia idea di Aiga – dice Annamaria Napoli - si fonda su tre parole chiave, che rappresentano la direzione che intendo imprimere a questo percorso: condivisione, concretezza e lungimiranza».

Avvocata Napoli, quando è stata eletta alla guida di Aiga Roma ha fatto riferimento a tre punti elementi. Ci può spiegare come intende valorizzarli?

Partiamo dal primo elemento, la “condivisione”. Chi mi conosce lo sa, sono fermamente convinta che l’associazione debba essere uno spazio aperto al confronto e, ancor di più, all’ascolto, in cui nessuno si deve sentire escluso. Per quanto riguarda la “concretezza” credo che siamo tutti concordi sul fatto che abbiamo bisogno di iniziative con un impatto reale e concreto sulla vita professionale dei giovani avvocati. Infine, la “lungimiranza”. Dobbiamo saper guardare avanti, oltre le difficoltà del presente, immaginando l’avvocatura di domani e preparandoci ad affrontarla con competenza e visione».

Prenderà spunto anche dal lavoro di chi l’ha preceduta?

Sicuramente. Mi viene consegnata un’importante eredità, costruita con impegno, competenza e visione soprattutto dai Past president che hanno lavorato prima di me. Mi riferisco all’amico Marco Gabriele, il quale ha saputo imprimere una direzione autorevole e ambiziosa alla nostra associazione, e Giulia Guagliardi, che ha proseguito questo cammino con passione e determinazione, consolidando il ruolo di Aiga nel panorama istituzionale forense nazionale e internazionale. A entrambi va il mio più sentito ringraziamento, perché il loro lavoro ha permesso alla nostra associazione di acquisire credibilità, rafforzare i rapporti con le istituzioni e soprattutto costruire un’immagine solida, riconoscibile e stimata. Si tratta senza dubbio di traguardi preziosi che rappresentano oggi il nostro punto di partenza e mi auguro di essere all’altezza, insieme alla mia squadra, di custodire questo patrimonio, di mantenerlo vivo e, perché no, anche di accrescerlo.

L’avvocatura fa i conti con cambiamenti sempre più veloci. Cosa pensa a tal riguardo?

Sappiamo benissimo che viviamo una fase storica complessa, che certamente impone una riflessione seria sulla condizione della giovane avvocatura. Il rapporto Censis 2025, elaborato come ogni anno da Cassa Forense, certamente fotografa una situazione tutt’altro che florida per l’avvocatura, però, al tempo stesso, ci offre qualche segnale positivo, sui cui preferisco soffermarmi anche in ragione del mio animo ottimista, quanto meno in ordine al mutamento di approccio alla professione, registrato soprattutto tra gli Under- 40. Il rapporto dà atto che cresce il numero di coloro che operano in studi associati, a riprova di una maggiore apertura verso nuove forme di aggregazione professionale e a dispetto dell’approccio tradizionalista dello studio unipersonale non più al passo con in tempi e con le esigenze del mercato. Non dimentichiamo inoltre che si registra un approccio propositivo di una grande fetta dell’avvocatura nei riguardi dei sistemi di Intelligenza artificiale, considerati come un’opportunità per migliorare la gestione degli studi. L’esigenza è di aumentare l’efficienza e di ampliare le competenze professionali, senza, chiaramente, sostituire il ruolo e la funzione sociale dell’avvocato che mai potranno essere soppiantati da sistemi di IA.

I giovani avvocati sapranno in questo nuovo scenario affrontare al meglio le nuove sfide?

Certo, ne sono convinta. Nonostante le note problematiche di reddito che investono soprattutto i giovani avvocati, nonostante il gender gap e nonostante il calo degli iscritti negli albi professionali, stiamo dimostrando una grande capacità di resilienza e di innovazione attraverso l’apertura a nuovi modelli organizzativi, alla digitalizzazione e alla possibilità di espandere le nostre attività in mercati più ampi, al fine di creare opportunità concrete per costruire una professione più solida e sostenibile. In questo contesto non possiamo che accogliere con favore il disegno di legge relativo alla riforma dell’ordinamento forense, di cui si è fatto promotore il Cnf unitamente all’Ocf e alle associazioni di categoria maggiormente rappresentative, tra cui Aiga nazionale, allo stato al vaglio del legislatore. Il testo normativo in discussione, ove approvato, contiene certamente delle previsioni, che, se definitive, darebbero un nuovo assetto alla professione forense anche a beneficio dei giovani.