“Se l’ostacolo per la nascita di un governo tra Pd e 5Stelle sono io, allora io mi faccio da parte”. Se i vari Grillo, Di Maio e Dibba non vogliono parlare con me, con lo sciacallo, allora lo facciano con Nicola Zingaretti, “col segretario del mio partito”. Parole e musica di Matteo Renzi che ieri ha fatto un piccolo capolavoro di politique politicienne. Quella che si consuma da anni nei palazzi romani, magari qualche decennio fa a piazza del Gesù. Insomma, una cosa d’altri tempi.

E si perché con questa mossa Matteo Renzi otterrà almeno due cose. Forse tre. La prima: non darà alcun alibi a chi vuole sabotare - brandendo il suo nome, il nome dell’untore - la trattativa tra 5Stelle e Pd. La seconda: tornerà ( è già tornato) al centro della politica italiana perché è vero che si fa da parte, ma lo fa da ispiratore dell'operazione. Insomma, da bomber qual era, Renzi sembra aver capito che questo è il momento di giocare da assist- man. Almeno per ora. Perché ricordate?: “Enrico stai sereno…”. Non solo: nel momento in cui si intesta l'operazione Pd- 5Stelle, Renzi se ne sfila salvandosi da un eventuale fallimento che a quel punto finirà tutto sulle spalle di Nicola Zingaretti.: “Il segretario del mio partito”.

Terza e ultima cosa: Renzi costringerà anche Di Maio a farsi da parte. Perché è chiaro che se i grillini non possono parlare con lo sciacallo; i piddini, Zingaretti incluso, non possono certo parlare col socio di Matteo Salvini. È la politica bellezza...