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PIERANTONIO ZANETTIN, POLITICO
Maggioranza divisa sul disegno di legge costituzionale che vorrebbe inserire nell'articolo 111 della Costituzione, quello sul giusto processo, anche la tutela per «le vittime di reato e le persone danneggiate dal reato». Ricordiamo che il 6 dicembre 2023 la Commissione Affari Costituzionali del Senato aveva adottato un testo unificato di quattro disegni di legge di modifica costituzionale (Antonio Iannone di Fratelli d’Italia, Bruno Marton del Movimento Cinque Stelle, Dario Parrini del Partito Democratico, Peppe De Cristofaro di Alleanza Verdi e Sinistra) che si compone di un solo articolo: «1. All'articolo 111 della Costituzione, dopo il quinto comma, è inserito il seguente: “La Repubblica tutela le vittime di reato e le persone danneggiate dal reato”».
Da quanto abbiamo potuto verificare dai resoconti non c’è stata alcuna discussione approfondita. Cosa che invece dovrebbe avvenire adesso grazie a Forza Italia. Gli azzurri si sono detti assolutamente contrari alla proposta e hanno deciso di allungare i tempi perché, come ha spiegato il capogruppo in Commissione Giustizia del Senato, Pierantonio Zanettin, approvando una tale modifica «si altererebbe l'equilibrio tra l'accusa e la difesa che sono e restano le parti principali del processo. Siamo tutti consapevoli dell’impatto mediatico che hanno le parti offese e le parti civili non solo sulla società ma delle volte anche sui giudici. Bisogna scongiurare il rischio di creare ulteriori disequilibri». Zanettin si dice infatti d’accordo con il professor Ennio Amodio che al Dubbio ha detto: «Sarebbe una legge-manifesto finalizzata solamente a ridimensionare il garantismo espresso dalla norma costituzionale sul giusto processo».
Così ora il provvedimento, che era stato approvato a larga maggioranza in Commissione Affari Costituzionali, dopo essere stato fermo per circa sei mesi in Commissione Giustizia in attesa del parere, ora torna in I Commissione, quella presieduta da Alberto Balboni (Fratelli d’Italia), per un ciclo di audizioni. «Una questione tanto delicata – ha spiegato ancora Zanettin - non può essere affrontata così in tutta fretta con un testo messo a punto in poco tempo. Si tratta di un tema che va approfondito perché si rischiano di alterare non solo gli equilibri del processo, ma anche i tempi del processo. Così, meglio ascoltare dei costituzionalisti, avvocati e anche magistrati prima di prendere decisioni che potrebbero avere gravi conseguenze», ha osservato.
La Lega, comunque favorevole al provvedimento, sembra nutrire qualche perplessità in attesa di «ulteriori valutazioni tecniche». Anche per la senatrice di FdI Susanna Donatella Campione «l’introduzione della tutela delle vittime in Costituzione è tema molto delicato che comporta conseguenze importanti sugli equilibri del processo. Per questi motivi concordemente con Forza Italia e con la Lega abbiamo chiesto di poter approfondire lo studio dell’argomento anche con audizioni che consentano di valutare ogni ricaduta sul piano sostanziale e processuale».
Sulla questione si è anche espresso Francesco Petrelli, presidente dell’Unione delle Camere penali italiane, per cui «L’inserimento della “vittima“ in Costituzione contraddice frontalmente i principi fondamentali che la stessa Costituzione garantisce in materia di diritto penale liberale. I diritti dell’indagato e dell’imputato sono altrettanti limiti all’esercizio del terrificante potere che lo Stato è in grado di mettere in campo contro di lui».