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Le bare dei migranti morti nella strage di Cutro
Il Tribunale di Crotone ha visto ieri l’inizio dell’udienza preliminare per il naufragio avvenuto il 26 febbraio 2023 a Steccato di Cutro, che ha causato la morte di 94 persone, tra cui 35 minori, e il destino ancora incerto di numerosi dispersi.
Durante l'udienza, sono state depositate 113 richieste di costituzione di parte civile, presentate principalmente dai familiari delle vittime e dai superstiti della tragedia. Tra le richieste c’era anche quella della Regione Calabria che, dopo aver scoperto che tra gli imputati non c’erano gli scafisti ma soltanto le forze dell’ordine, ha deciso di fare un passo indietro. La motivazione? Pieno sostegno alle forze dell’ordine.
In questo secondo troncone del processo, sono indagati sei militari delle forze di sicurezza italiane: quattro appartenenti alla Guardia di Finanza e due alla Guardia Costiera. Gli imputati sono accusati di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo, con l’accusa di aver commesso negligenze gravi durante le operazioni di salvataggio, che hanno portato a ritardi nelle operazioni di intervento. Si sottolinea, infatti, la mancanza di coordinamento tra i vari corpi di polizia e il ritardo nell’intercettazione del caicco, che si è rivelato fatale per le vittime.
Il giudice per l’udienza preliminare, Elisa Marchetto, ha rinviato la decisione sull'accoglimento delle parti civili al 26 maggio, mentre la fase conclusiva della procedura, con la decisione sull’eventuale rinvio a giudizio, è prevista per il 9 giugno.