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Francesco Paolo Sisto
«Il tema dell'abuso d'ufficio, la paura della firma, la burocrazia difensiva è un fenomeno che va esorcizzato. Quindi, una norma inutile, c'è il 92% di proscioglimenti o assoluzioni, è più dannosa che utile. Su questo ci sarà un intervento per evitare questa paura della firma». Parlando della riforma della giustizia, lo dice il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, a margine di un convegno al tribunale di Salerno. «Il traffico di influenze - aggiunge - bisogna renderlo più certificato, nel senso più tipico, più tassativo per evitare che ci siano delle imputazioni di fatti leciti che possano, in qualche modo, apparire in linea con il traffico. E, poi, c'è un intervento, certamente, sull'informazione di garanzia per renderla più vicina alla garanzia che all'anticipata condanna».
«Interventi sulla custodia cautelare - prosegue - su questi stiamo ancora ragionando, si parla di collegialità nell'emissione del provvedimento e, comunque, della possibilità dell'indagato di rendere dichiarazioni per reati, ovviamente, meno gravi prima della misura cautelare, in assenza del pericolo di fuga o del rischio di inquinamento. E stiamo lavorando anche su altri temi che, diciamo, sono in panchina, pronti a scendere in campo», aggiunge Sisto.
Il cronoprogramma
Il timing che il ministro Nordio ha disegnato «e noi con lui prevede la prima metà di giugno. Siamo alacremente al lavoro per definire i testi della riforma», ha spiegato ancora Sisto. «Mi sembra che il lavoro vada avanti spedito. Le idee sono piuttosto chiare. Certo, quando si scrive una norma, bisogna essere un po' pedanti perché una norma non é fatta per vivere da sola, vive in un sistema, quindi bisogna stare attenti che la norma non vada a toccare elementi sensibili del sistema. Da questo punto di vista le competenze non ci mancano, sarà un buon lavoro. Certo, un lavoro iniziale, ma deve essere un lavoro iniziale ma già compiuto, in qualche maniera capace di esprimere quello che è il pensiero del ministro Nordio e nostro».
Geografia giudiziaria
Sulla geografia giudiziaria «è in corso una riflessione – ha aggiunto il viceministro -. Ma è una riflessione di carattere generale, non si può certamente ragionare per tribunali». Il governo, ha spiegato, è convinto «che una giustizia di prossimità sia una giustizia più giusta, che possa consentire al cittadino anche una percezione più viva della presenza della giustizia sul territorio. Vedremo come. È chiaro che qui c'è un problema di fondi, c'è un problema di disponibilità, c'è un problema di strutture. Siamo ancora alla necessità di rivalutare quello che è stato fatto nel 2012, ma progettualità concrete non ce ne sono ancora».