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CESARE PARODI PRESIDENTE ANM
Contro la riforma costituzionale della separazione delle carriere scende in campo anche l’Associazione europea dei giudici (Iaj o Eaj). Lo fa con una risoluzione approvata al meeting concluso da pochi giorni a Yerevan, in Armenia. L’Eaj, si legge nel documento, è «ulteriormente preoccupata e profondamente delusa» «nell’apprendere dall’Anm che nonostante i gravi moniti sollevati dalla magistratura italiana, da illustri studiosi del diritto e dalla stessa Eaj e nonostante la massiccia mobilitazione dei magistrati italiani il processo legislativo di riforma costituzionale sta proseguendo senza alcuna revisione critica».
Andando nel merito nel documento si sostiene che per quanto riguarda il sorteggio «contrasta con gli standard Ue che hanno chiaramente fissato che gli esponenti dei Consigli della Magistratura devono essere eletti dai loro pari». Quanto all’Alta Corte disciplinare il documento sottolinea «che la competenza disciplinare è essenziale per l’organo di autogoverno della magistratura». Infine sullo sdoppiamento del Csm si rileva come «la frammentazione del Consiglio superiore può indebolire la magistratura».
Gli argomenti ovviamente sono gli stessi utilizzati in patria dall’Anm anche perché l’Associazione europea non è un organo indipendente rispetto al nostro “sindacato” delle toghe, ma comprende esattamente le 94 associazioni o gruppi rappresentativi nazionali della magistratura provenienti dai cinque continenti. In pratica una Anm europea. Non è la prima volta che da parte dell’Associazione arriva un richiamo al governo. Lo hanno già fatto con una risoluzione adottata a Varsavia nell’aprile 2024 e con una lettera rivolta alla premier Meloni e al ministro della Giustizia Nordio inviata durante il Meeting annuale di Città del Capo nell’ottobre 2024.
Però secondo il dottor Andrea Reale, membro del comitato direttivo centrale dell’Anm per il gruppo CentoUno, «non si tiene conto della posizione di chi, come noi, è favorevole al sorteggio, che, a nostro parere, non indebolirà affatto i due futuri organi di governo autonomo, come, invece, si prospetta nel documento, in quanto, viceversa, affrancherà i consiglieri dal vincolo di mandato, scongiurando alleanze di voto e cordate di potere. Sarebbe conforme al pluralismo rappresentativo dell’associazione dare atto anche delle nostre posizioni presso l’Associazione europea dei giudici, ed includerle nei loro documenti finali».
Inoltre per Reale, «all’interno della risoluzione c’è una valutazione la cui gravità va stigmatizzata: si scrive che il Csm “riflette il pluralismo ideale e culturale proprio anche della magistratura”, in tal modo azzerando il dibattito culturale in corso da decenni sulla natura del Csm (tecnica ovvero rappresentativa), a favore di una concezione dell’organo di autogoverno piegata alle logiche di appartenenza correntizia, che non ha peraltro alcun fondamento normativo e costituzionale». Infine per Reale, «le considerazioni rassegnate all’Associazione europea obliterano in definitiva le raccomandazioni trasfuse nel codice etico europeo dei Consigli superiori, cui quello italiano ha aderito, massimamente attente all’indipendenza dell’organo di governo autonomo dalle associazioni di giudici (leggi dalle correnti), ma anche il parere del Consiglio consultivo dei giudici europei del 2007, che suggerisce il sorteggio come metodo di selezione dei componenti dei Consigli superiori europei». Ha commentato dalla sua pagina Facebook il consigliere del Csm Andrea Mirenda: «Italia sotto i riflettori dell’associazione dei c. d. “giudici europei”; gli stessi che viaggiano silenziosi e a fari spenti sui Paesi della Ue dove il pm - lì sì - è formalmente sottoposto all’Esecutivo».
Intanto ieri è proseguito a distanza lo scontro tra maggioranza e opposizione sui tempi di discussione a Palazzo Madama. «Alla prossima conferenza dei capigruppo chiederò di nuovo di stabilire una data per l’avvio dell’esame in Aula», ha confermato il capogruppo di Forza Italia, Maurizio Gasparri interpellato dall’Ansa. Che ha aggiunto: «Capisco il legittimo ostruzionismo delle opposizioni ma ricordo che sulla riforma, in commissione, ci sono state 19 sedute, 175 interventi dell’opposizione, 30 audizioni, 1363 emendamenti presentati e 7 ordini del giorno».
L’ipotesi di un’accelerazione è duramente contestata dalle opposizioni. L’ha ribadito il senatore Andrea Giorgis del Pd: «L’ipotesi di opporre la tagliola, in commissione, alla riforma costituzionale della magistratura sarebbe gravissima. Non ci sono precedenti. Una riforma costituzionale non deve mai essere blindata».