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IL CARDINALE ANGELO BECCIU
È cominciato in Vaticano il processo di Appello legato alla gestione dei fondi della Santa Sede e alla controversa compravendita del palazzo di lusso a Londra. Il primo grado si era concluso nel dicembre 2023 con condanne per dieci imputati, tra cui – per la prima volta nella storia – un cardinale, Giovanni Angelo Becciu, definendo il caso come il “processo del secolo” con ben 86 udienze. Il porporato, condannato a cinque anni e sei mesi, ha presentato ricorso insieme ad altri protagonisti: l’ex consulente Enrico Crasso (7 anni), il finanziere Raffaele Mincione (5 anni e 6 mesi), l’ex funzionario vaticano Fabrizio Tirabassi (7 anni), il broker Gianluigi Torzi (6 anni), la manager Cecilia Marogna (3 anni e 9 mesi) e l’avvocato Nicola Squillace, condannato a una pena sospesa.
A riaccendere l’attenzione sul procedimento è stata la pubblicazione, da parte di un quotidiano, di una serie di chat tra Francesca Immacolata Chaouqui e Genoveffa Ciferri, entrambe legate all’ex direttore dell’Ufficio Amministrativo della Segreteria di Stato, monsignor Alberto Perlasca.
Secondo alcune difese, proprio quelle conversazioni avrebbero influenzato le scelte e le dichiarazioni del prelato, considerate centrali nelle indagini. In alcuni scambi la Ciferri si sarebbe persino finta un magistrato anziano per orientare Perlasca. Alcuni dei messaggi sono stati consegnati anche all’imputato Mincione, che li avrebbe poi girati a un relatore speciale dell’Onu, da cui la successiva pubblicazione sui media. Gli avvocati parlano di un processo “inquinato” da condizionamenti, triangolazioni e possibili vendette personali.
Becciu: «Innocente, vittima di gogna mondiale»
Il cardinale Becciu ha sempre rivendicato la propria assoluta innocenza, denunciando di essere stato esposto a una «gogna pubblica di proporzioni mondiali». Durante il primo grado le difese avevano contestato anche i Rescripta di Papa Francesco, che – secondo i legali – avrebbero concesso poteri eccezionali ai pubblici ministeri, tra cui la possibilità di selezionare in modo discrezionale gli atti da trasmettere alle controparti, molti dei quali parzialmente oscurati con omissis.
Questa settimana sono previste quattro udienze. A condurre l’accusa, anche in Appello, sarà il promotore di Giustizia Alessandro Diddi. La difesa punta a ribaltare la condanna, facendo leva sulle presunte irregolarità emerse e sulla poca attendibilità delle dichiarazioni di Perlasca.