Ha scelto di rilasciare dichiarazioni spontanee, poi ha lasciato l’aula visibilmente provata. L’avvocata Alessia Pontenani, imputata a Milano per falso e favoreggiamento nell’ambito del processo sul caso Pifferi, ha ribadito la propria innocenza e la convinzione di aver agito nel pieno rispetto delle regole. Secondo l’accusa, la legale avrebbe tentato di manipolare la perizia psichiatrica della sua assistita, Alessia Pifferi, condannata all’ergastolo in primo grado per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana. 

Il suo legale, Gianluigi Comunello, ha spiegato che la collega è «emotivamente e psicologicamente provata da questa vicenda». Un concetto ribadito anche dall’altro difensore, Corrado Limentani: «È convinta della veridicità e fondatezza delle consulenze che sono state fatte e ha rappresentato il suo dispiacere per queste indagini. Un’indagine contro un avvocato è sempre un’esperienza dolorosa. Ha riaffermato la propria estraneità a tutti gli addebiti confidando in una sentenza di proscioglimento». L’udienza del 10 ottobre sarà dedicata alla requisitoria del pm Francesco De Tommasi, mentre la sentenza con rito abbreviato è attesa per il 3 novembre.