«Si dice: “Il sovraffollamento è un problema”. È uno dei temi che viene usato anche in politica da chi vuole criticare l’azione del governo. Certo, il sovraffollamento è un problema perché stai guardando quei numeri legati ai detenuti all’interno delle nostre carceri. Ma siamo sicuri che sia quello il problema? Non è per caso che ci sia, invece, un problema diverso, cioè di moltiplicazione dei crimini all’interno del nostro Paese? In realtà, il nostro sistema in generale sta funzionando. Il vero problema non è il sovraffollamento nelle nostre carceri, il vero problema è semmai una presenza straordinaria di soggetti che delinquono»: così il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari, intervenendo al convegno organizzato dal Cnel dal titolo “Recidiva zero”.

Ma davvero c’è una moltiplicazione dei crimini? Secondo quanto riportato da un rapporto Censis a fine 2022, nell’ultimo decennio il numero delle denunce è diminuito del 25,4%. Nel 2012 in Italia erano stati denunciati 2.818.834 reati, nel 2021 sono stati 2.104.114, con una differenza di 714.720 delitti. Nell’ultimo decennio, secondo i dati, sono diminuiti drasticamente i crimini più efferati: gli omicidi volontari sono passati dai 528 del 2012 ai 304 del 2021 (-42,4%), e nell’ultimo anno in 32 province italiane - quasi 11 milioni di residenti - non è stato commesso neppure un omicidio. In calo anche la criminalità predatoria: tra il 2012 e il 2021 le rapine sono diminuite da 42.631 a 22.093 (-48,2%), i furti in casa da 237.355 a 124.715 (-47,5%), i furti d’auto da 195.353 a 109.907 (-43,7%).

Milano guidava la graduatoria delle province in base ai reati denunciati in rapporto ai residenti, con 59,9 reati ogni 1.000 abitanti, a fronte di una media nazionale di 35,7. Nell’ultimo decennio sono aumentate solo alcune fattispecie di reato contro la persona, come le violenze sessuali: erano 4.689 nel 2012, sono 5.274 nel 2021: +12,5%. Insieme ad essi, secondo il Viminale, sono cresciuti i reati informatici che rappresentano oggi, in molti ambiti, una vera e propria emergenza a cui far fronte.

A questa fotografia si aggiunge il report del maggio 2023 “La criminalità tra realtà e percezione”, realizzato dal ministero dell’Interno insieme all’Eurispes e secondo il quale «in Italia, nel periodo 2007-2022, il totale generale dei delitti ha mostrato un andamento altalenante sino al 2013, per poi evidenziare una costante flessione dal 2014 al 2020. Nel 2021 e nel 2022 si ha, invece, una risalita: in particolare, nel 2022, i delitti commessi registrati sono 2.183.045, con un incremento rispetto al 2021 del 3,8%. È, tuttavia, importante sottolineare la particolarità degli anni 2020 e 2021, caratterizzati da limitazioni al movimento delle persone. Pertanto, effettuando il confronto con il 2019, i delitti commessi nel 2022 risultano in diminuzione».

A conclusioni identiche sul piano effettuale, come riferisce il sito EticaPa, «inducono i dati del Global Peace Index 2022 che colloca l’Italia al secondo posto in Europa dopo la Slovenia come Paese con meno omicidi e al 32 posto nel mondo (su 163) per sicurezza». Inoltre, «l’enorme contrasto fra i dati di realtà e la percezione degli italiani viene analizzato da un data room di Milena Gabanelli, che pone giustamente in relazione un’indagine statistica che certifica come il 78% degli intervistati ritenga la criminalità nel nostro Paese in aumento negli ultimi 5 anni e, giustamente, pone in relazione tale percezione errata con la quantità di tempo che le reti televisive nazionali dedicano all’argomento».

In base ai numeri riportati da Milena Gabanelli e Luigi Offeddu nel 2019 e rielaborati da fonti istituzionali - come sempre il Censis e il ministero degli Interni -, «omicidi volontari, quasi dimezzati: 611 denunciati nel 2008, 368 nel 2017. Rapine: 45.857 denunciate nel 2008, 30.564 nel 2017, un calo del 33,3%. Ad incidere di più sulla sfera personale sono i furti in casa, perché diffondono insicurezza: meno l’8,5%, nel 2017 rispetto al 2016». Eppure «cresce la paura, reale o favorita da politica e media: nel 2017 il tema “criminalità” è comparso nel 17,2% dei programmi della principale Tv francese, nel 26,3% di quella britannica, nel 18,2% di quella tedesca e nel 36,4% dei 5 principali telegiornali italiani».

Altri dati confortano la tesi per cui il nostro Paese sia sicuro. A febbraio la Rsi Radiotelevisione svizzera ha riportato che «l’Italia è attualmente uno dei Paesi più sicuri d’Europa, con un basso tasso di omicidi rispetto ai suoi vicini più grandi, a cominciare dalla Francia. Con la fine del terrorismo politico e la conversione delle mafie alla criminalità dei “colletti bianchi”, il numero di omicidi intenzionali è crollato». In più si osserva che «secondo l’Ufficio delle Nazioni unite contro la droga e il crimine (Unodc), nel 1990 in Italia si verificavano 34 omicidi per milione di abitanti, contro i 24 della Francia. Nel 2023 il numero di omicidi era sei volte inferiore, mentre in Francia lo era solo di 1,6 volte nello stesso periodo. E le statistiche medie dell’Unodc per il 2021/2022 evidenziano appunto che l’Italia è tra i Paesi europei con il minor numero di omicidi pro capite, 5,5 per milione, contro i sette della Spagna, gli otto della Germania, i dieci del Regno Unito e gli undici della Francia. E il divario con quest’ultima è palese anche per le aggressioni intenzionali (65.000 contro 384.000) e i tentati omicidi (1.018 contro 4.055), secondo i rispettivi ministeri dell’Interno».