È approdato oggi davanti alla Corte di Cassazione il ricorso sulla semilibertà concessa ad Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007.

A presentare l’impugnazione è stata la Procura Generale di Milano, che contesta vizi di legittimità nell’ordinanza con cui, l’11 aprile scorso, il Tribunale di Sorveglianza aveva autorizzato l’accesso al regime di semilibertà, giudicato troppo favorevole.

L’elemento principale su cui si fonda il ricorso riguarda un’intervista rilasciata da Stasi al programma televisivo "Le Iene", andata in onda il 30 marzo 2025, durante un permesso premio formalmente concesso per motivi di ricongiungimento familiare. Secondo l’ufficio requirente, non vi sarebbe stata alcuna autorizzazione specifica a partecipare a trasmissioni televisive, e la circostanza sarebbe in contrasto con la finalità del beneficio accordato.

Nel ricorso, la Procura evidenzia come l’intervista televisiva rappresenti una violazione delle prescrizioni del permesso, mettendo in dubbio anche la valutazione positiva espressa dai giudici milanesi nel concedere la semilibertà. Da qui la richiesta di annullamento dell’ordinanza, con rinvio al Tribunale di Sorveglianza per una nuova valutazione.

Al momento non sono noti i tempi con cui la Suprema Corte si pronuncerà. La decisione potrebbe arrivare già in serata o nei prossimi giorni.