«I diritti sanciti dall’articolo 15 della Costituzione sulla riservatezza delle comunicazioni sono stati devastati». A parlare in questi termini non è un leader dell’avvocatura ma un ex pm oggi ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Il quale interviene al Festival dell’economia di Trento e ha parole chiarissime a proposito della sentenza Cedu sul caso Contrada: quella pronuncia emessa dai giudici di Strasburgo, dice il guardasigilli, «è musica per le mie orecchie, è stata fonte di grande gioia: oggi la Cedu dice in modo nettissimo che l’Italia ha violato tutti i diritti umani e civili. Mi domando ora l’effetto che avrà sui procedimenti in corso, vedremo come andranno a finire dopo questa sentenza».

Poi un lungo passaggio in cui Nordio, quasi con tono liberatorio, affronta il nodo chiave, l’arma letale sfoderata, sulle intercettazioni e non solo, dai fan del giustizialismo: «L’obiezione che in genere viene proposta è che rischiamo di fare un regalo alla mafia: ma per quanto riguarda la lotta alla criminalità organizzata, al terrorismo e alla grande delinquenza» le intercettazioni «non sono solo indispensabili, ma a volte sono addirittura insufficienti. La mafia», dice il ministro, «non parla al telefono: comunica attraverso dei mezzi di comunicazione sofisticatissimi, che vanno al di là del trojan e delle cimici. Io andrei oltre la normativa attuale ma solo nei confronti della grande criminalità».

Poi un passaggio interessante, e in parte sibillino, sulle misure in discussione e su quelle ancora in fase di studio: nel ddl penale, dice il ministro, «abbiamo proposto il minimo sindacale, ossia la tutela del terzo: se Tizio parla con Caio di Sempronio, almeno il nome di Sempronio non deve figurare. Se n’è fatto un uso e un abuso, coinvolgendo persone che non c’entrano nulla». Non ci si fermerà qui: «Stiamo lavorando per una riforma molto più importante su intercettazioni e sequestro di cellulari e smartphone: state certi che la riforma arriverà». Non dice, Nordio, se riguarderà anche i limiti all’uso dei trojan al di fuori delle indagini per mafia, come pure prevede l’odg Costa, accolto dal governo. Ma ia questo punto il tabù non sembra così insuperabile.