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Nordio, ministro della Giustizia
Nel suo intervento alla Conferenza ministeriale informale convocata oggi a Strasburgo, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha aperto un confronto definito «importante, trasparente e democratico» all’interno del Consiglio d’Europa sui valori fondativi delle società moderne. Un dibattito che, secondo il Guardasigilli, riguarda la promozione dei diritti umani, delle libertà fondamentali e del diritto delle popolazioni a vivere «in pace e in sicurezza».
Nordio ha ricordato che questi principi, frutto dei grandi movimenti liberali dei secoli passati, restano oggi un perno della vita democratica europea, ma devono essere riletti alla luce dei mutamenti globali. Tra questi, in primo piano, vi sono le migrazioni, fenomeno che – ha sottolineato – «non era prevedibile, né per la sua portata né per le sue caratteristiche, ai tempi dell’adozione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo nel 1950». Per il ministro, si tratta di un’evoluzione che non può essere ignorata e che richiede un nuovo equilibrio tra diritti individuali, sicurezza e trasformazioni contemporanee.
Nel suo discorso, Nordio ha confermato il «sostegno più sentito» dell’Italia alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, definendone «incontestabile l’autorità». Ha poi accolto con favore la proposta «in quattro punti» del segretario generale del Consiglio d’Europa, dichiarando la disponibilità del nostro Paese a contribuire al percorso di revisione con la propria tradizione giuridica, vista come parte integrante dei valori europei.
Il ministro ha inoltre richiamato l’attenzione sulla dichiarazione congiunta depositata da un gruppo di Stati, documento che delinea le sfide attuali e fissa i principi di riferimento per il processo di aggiornamento della Convenzione. Un percorso che, ha spiegato, proseguirà nei prossimi mesi fino alla adozione della Dichiarazione del Comitato dei ministri a Chisinau, prevista per maggio 2026. «In questo processo, certamente ambizioso ma inevitabile, il contributo di tutti gli interlocutori sarà fondamentale», ha affermato, chiedendo che la dichiarazione congiunta venga inserita nelle minute ufficiali della Conferenza dei ministri della Giustizia.


