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Il 28 aprile scorso è stata ufficializzata dal ministero della Giustizia la composizione della “commissione di studio per l’esercizio delle deleghe in materia di ordinamento giudiziario”. I componenti sono stati chiamati a stilare dei pareri da consegnare al ministro affinché poi si possa passare alla stesura dei decreti attuativi della riforma Cartabia sul Csm. Tutto questo sarebbe dovuto avvenire entro il 30 giugno, ma poi il termine è stato prorogato al 31 dicembre perché ufficialmente l’apparato ministeriale era impegnato con altre priorità.
Sta di fatto che questa commissione sta lavorando alacremente, anche riunendosi due volte a settimana, perché entro metà luglio dovrà consegnare il lavoro al Guardasigilli, il quale poi nei prossimi mesi dovrà portare in Cdm un articolato compiuto. I componenti di tale commissione sono 26: di questi solo tre sono avvocati (Francesco Greco, presidente del Consiglio nazionale forense, Francesco Paolo Perchinunno, presidente dell’Associazione italiana giovani avvocati, Mario Scialla, coordinatore dell’Organismo congressuale forense); poi ci sono cinque professori universitari; il resto, quindi diciotto membri, sono tutti magistrati, di cui dieci fuori ruolo. Tra questi ultimi, la vice capo di Gabinetto di Nordio, un altro magistrato addetto all’ufficio di Gabinetto, cinque dell’ufficio legislativo di via Arenula. Da rilevare che c’è anche un rappresentante dell’Anm ma nessun rappresentante dell’Unione Camere penali italiane, mai interpellate sia in merito ai temi affrontati che alla possibilità di far parte della commissione.
Perché vi stiamo dicendo tutto questo? Partiamo da questo dato per rispondere. La lettera h) dell’articolo 5 della legge 71 del 2022 recita: bisogna “ridurre il numero massimo di magistrati che possono essere collocati fuori ruolo, sia in termini assoluti che in relazione alle diverse tipologie di incarico che saranno censite, prevedendo la possibilità di collocamento fuori ruolo dei magistrati per la sola copertura di incarichi rispetto ai quali risultino necessari un elevato grado di preparazione in materie giuridiche o l'esperienza pratica maturata nell'esercizio dell'attività giudiziaria o una particolare conoscenza dell'organizzazione giudiziaria; individuare tassativamente le fattispecie cui tale limite non si applica”.
In pratica, nelle intenzioni dell’ex ministra Cartabia e di chi ha lavorato a quella legge c’era quella di ridurre il numero dei magistrati fuori ruolo non solo al ministero della Giustizia ma ovunque vengano dislocati. I decreti attuativi avrebbero poi stabilito di quanto dovranno diminuire. Non sembra un paradosso che a decidere sulla riduzione dei magistrati ci sia una commissione composta prevalentemente da magistrati, per lo più fuori ruolo? Non è ravvisabile un conflitto di interesse? Le perplessità su tutto questo aumentano ancora di più in quanto abbiamo appreso che si sta andando verso una riduzione insignificante del numero dei fuori ruolo in totale. Non è ancora possibile dire, dai 200 attualmente previsti, a quanti arriveranno, ma la diminuzione dovrebbe essere davvero risibile. E non dimentichiamo che la delega prevede altresì di “individuare tassativamente le fattispecie cui tale limite non si applica”. Quindi ci saranno dei ruoli per i quali non cambierà nulla.
Se davvero le voci che si susseguono dovessero essere confermate sarebbe davvero una sconfessione dello spirito della riforma e un grosso favore fatto alle toghe. Come si può pensare in un futuro di aprire le porte di via Arenula agli avvocati se già adesso il loro apporto in termini numerici è minimale? E come si può pensare che possa passare la proposta del responsabile Giustizia di Azione, Enrico Costa, che vorrebbe indicare accanto ad ogni magistrato lo sponsor politico che lo ha richiesto fuori ruolo? Su questo terreno, a meno che non arriveranno smentite future, sembra che il corporativismo della magistratura stia avendo la meglio. C’è da chiedersi cosa avverrà nella versione attuativa in merito al ruolo degli avvocati nei Consigli giudiziari per le valutazioni di professionalità e sul fascicolo di performance delle toghe.