«Se devo essere sincera, non ho affatto apprezzato le dichiarazioni del collega Ernesto Carbone. Mi sono sembrate veramente fuori luogo, soprattutto questo momento», afferma l’avvocata trentina Claudia Eccher, componente laica in quota Lega del Consiglio superiore della magistratura. Carbone, ex deputato del Pd ed ora componente laico voluto da Italia viva a Palazzo Bachelet, in un’intervista ieri alla Stampa, commentando gli ultimi sviluppi del caso “Almasri”, nel criticare aspramente l’operato del governo aveva anche dichiarato che bisognava «separare le carriere» del ministro della Giustizia Carlo Nordio e della sua capo di gabinetto, la dottoressa Giusi Bartolozzi. «Premesso che qualsiasi ministro, e quindi anche il ministro della Giustizia, si sceglie e può scegliersi il capo di gabinetto che ritiene, vorrei ricordare a Carbone che il ruolo di consigliere del Csm imporrebbe maggiore prudenza e riservatezza», aggiunge Eccher.

«Carbone - puntualizza l’avvocata trentina - non solo è il presidente, dopo esserne stato anche semplice componente, della Quinta commissione, che ricordo essere quella più delicata occupandosi delle nomine dei magistrati, ma è altresì membro supplente della Sezione disciplinare del Csm e potrebbe, in un futuro non troppo lontano, nel caso in cui la Procura generale della Cassazione dovesse decidere di procedere disciplinarmente contro la dottoressa Bartolozzi, essere chiamato a giudicarne l’operato. Credo sia assolutamente inopportuno esprimere giudizi sarcastici nella fase embrionale di un procedimento quale quello di “Almasri”. Le esternazioni di Carbone non possono che essere frutto di un personale convincimento tenuto conto della frammentarietà degli elementi che ha potuto apprendere solo dagli organi di stampa, non avendo egli alcuna possibilità di accedere all’intero fascicolo».

«Le prese di posizione del consigliere Carbone mi convincono sempre più della necessità di approvare, con estrema urgenza, la riforma del Csm che prevede, fra l’altro, l’istituzione di una Alta corte disciplinare per giudicare le condotte dei magistrati. Con l’Alta corte, esterna al Csm, si eviteranno in radice conflitti d’interesse, incompatibilità e sovrapposizione di ruoli», aggiunge ancora Eccher.

Attualmente, infatti, i componenti della Sezione disciplinare prendono parte alle varie Commissioni del Csm. Alcuni di essi, ad esempio, si occupano anche dei magistrati fuori ruolo, come è il caso della dottoressa Bartolozzi, già giudice penale.

«Non vorrei che qualcuno possa interpretare queste mie considerazioni, essendo la sottoscritta stata proposta dalle forze politiche di maggioranza, come una difesa d’ufficio del governo Meloni. Mi piacerebbe soltanto che con la campagna referendaria, ormai alle porte, per la separazione delle carriere e per la riforma del Csm, l’organo di autogoverno della magistratura evitasse di farsi coinvolgere ed entrare a gamba tesa nella polemica politica», puntualizza ancora Eccher, che poi aggiunge: «I media dovrebbero correggere la loro narrazione che si trascina fin dal primo giorno secondo cui questo Csm sarebbe a “trazione” centrodestra per quanto concerne i suoi ruoli decisionali più importanti. I fatti dimostrano l’esatto contrario: tanto per fare un esempio, nessun laico espressione della maggioranza (come appunto la stessa consigliera Eccher, ndr) fino ad oggi ha mai avuto la presidenza della citata Quinta commissione».