Come difensore della magistrata Alessia Sinatra, giudicata dalla sezione disciplinare del Csm, sono molto colpito dal fatto che, in un’intervista pubblicata il 1° marzo dal Vostro giornale, un autorevole e stimato componente dello stesso Consiglio, Marcello Basilico, pur comprensibilmente premettendo di volersi astenere dal commentare una vicenda processuale riferibile all’organo di cui fa parte e ancora in corso, nonché di non conoscere i fatti di causa, sostanzialmente si pronuncia sul merito della sentenza in senso sfavorevole all’incolpata, respingendo tutti gli argomenti sviluppati difensivamente. In particolare quelli attinenti al carattere privato, confidenziale e non divulgabile dello sfogo della mia assistita.

Ed ancora, nell’intervista si accredita, contro il prevalente orientamento giurisprudenziale, il carattere extrafunzionale dell’illecito attribuito al magistrato dichiarato responsabile di molestie sessuali ai danni della Dottoressa Sinatra. Ed ancora, si sottolinea implicitamente il disvalore della mancata querela dell’interessata, trascurando le ampie e motivate ragioni della stessa.

Per di più, si dà per scontato, senza spiegare il relativo convincimento, il carattere illecito della condotta dell’incolpata, ignorando le sue articolate difese. Ed infine, si lascia intendere che la violenza sessuale subita avrebbe giocato un ruolo attenuante la sanzione inflitta che, sembra di poter arguire, avrebbe dovuto essere ben più grave. In sostanza, l’intervista suona oggettivamente come la motivazione, o il suo preannuncio, di una sentenza resa da altri giudici da parte di chi almeno formalmente non vi ha concorso. La circostanza, in quanto suscettibile di influenzare l’ulteriore corso del procedimento

per l’indubbia autorevolezza e l’alta funzione esercitata dall’autore della opinabilissima, anche sul piano dell’opportunità, dichiarazione, rischia purtroppo e inaccettabilmente di compromettere la posizione della incolpata. E ancor di più riafferma la bontà dell’insegnamento secondo cui sono da amministrare con cautela e misura i commenti su processi rispetto ai quali non si disponga di tutti i necessari elementi di valutazione e manchi addirittura il deposito della sentenza motivata.

In conclusione esprimo amarezza, sconforto e stupore per queste inaspettate dichiarazioni da parte di un Consigliere dall’unanimemente riconosciuto e sperimentato prestigio professionale Desta ancor maggior preoccupazione l’anticipazione di giudizio del Consigliere sulla posizione della Dottoressa Sinatra in relazione a future pratiche di competenza del Csm quali progressioni di carriera, trasferimenti etc, che potrebbero essere influenzate dalla negativa valutazione già effettuata nell’intervista. Si è purtroppo in presenza di una dichiarazione di carattere obiettivamente interferente, quali che fossero le intenzioni dell’autore.