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RAFFAELE CANTONE PROCURATORE DI PERUGIA
La pratica di incompatibilità nei confronti del procuratore di Roma è stata archiviata, ma il Consiglio superiore della magistratura ha deciso comunque di effettuare degli “approfondimenti” istruttori sentendo Raffaele Cantone. Il procuratore di Perugia, la notizia è stata gestita nel massimo riserbo, è stato audito nel tardo pomeriggio di ieri a Palazzo Bachelet a seguito della convocazione della Prima commissione, presieduta dal togato Michele Forziati, competente sulle incompatibilità ambientali delle toghe.
Oggetto dell’audizione di Cantone, titolare dell’azione penale nei casi che coinvolgono magistrati della Capitale, l’esito di alcuni dossier perugini che hanno riguardo appunto Lo Voi. Ad esempio, l’esposto presentato lo scorso anno dal ministro della Difesa Guido Crosetto: dopo aver denunciato il “dossieraggio” nei propri confronti, Crosetto aveva segnalato a Cantone come alcune informazione sensibili apparse su un quotidiano, peraltro anche falsificate, non potessero che provenire dall’interno dei Servizi, trattandosi di questioni coperte dalla legge 124/ 2007 e quindi secretate. Su quella vicenda, Crosetto aveva poi informato i vertici dei Servizi, ricevendo la massima solidarietà. «Purtroppo, basta una sola mela marcia a fare danni. L’importante è individuarle ed agire di conseguenza», aveva dichiarato al riguardo il ministro della Difesa.
La pratica di incompatibilità ambientale nei confronti di Lo Voi, invece, era stato sottoscritta lo scorso febbraio dai consiglieri laici di centrodestra (Isabella Bertolini, Claudia Eccher, Daniela Bianchini, Felice Giuffré ed Enrico Aimi). La richiesta di trasferimento era stata motivata con la compromissione dei rapporti istituzionali tra la Procura di Roma e le Agenzie dell’intelligence dopo il “caso Caputi”, nato a seguito della denuncia del capo di Gabinetto della premier Giorgia Meloni sulle modalità di conduzione da parte di Lo Voi del fascicolo per diffamazione in cui era parte offesa.
Nel dettaglio, la Procura di Roma aveva inserito fra gli atti depositati anche quelli ricevuti dell’Agenzia di informazione per la sicurezza interna (Aisi), che, secondo i laici di centrodestra, sarebbero dovuti rimanere segreti. I giornalisti indagati li avevano fotocopiati e pubblicati.
Al termine dell’attività istruttoria, come detto, il Csm aveva deciso per l’archiviazione «non essendovi provvedimenti di competenza da adottare». La delibera era stata votata l’altra settimana a maggioranza, con 6 contrari (i laici di centrodestra) e un’astenuta, la togata Bernadette Nicotra. «Secondo il mio parere», aveva detto Bertolini, laica in quota FdI, «la Commissione non ha svolto un’attività istruttoria sufficiente per chiarire i fatti. Si tratta di una segnalazione che riguardava un grave incidente istituzionale che coinvolge i Servizi di sicurezza della nostra Repubblica, la Procura di Roma e i giornalisti. Una vicenda che è stata anche oggetto dell’interesse del Copasir».
Sulla stessa linea Claudia Eccher, laica in quota Lega: «In questa vicenda c’è una frizione fra poteri dello Stato, con l’intelligence che accusa la Procura di non aver protetto documenti segreti. Trovo che sia un fatto di assoluto rilievo. L’intelligence e la Procura devono avere piena reciproca fiducia. Credo che ci siano seri profili di incompatibilità ambientale che avremmo avuto e abbiamo il dovere di vagliare», aveva aggiunto l’avvocata trentina.
Alle due laiche aveva replicato il togato della progressista “Area” Marcello Basilico: «Ancora una volta ci troviamo di fronte a una pratica di incompatibilità che viene strumentalizzata. Per farci cosa? Un polverone? Politica? Cosa dovremmo accertare? La commissione di un reato che non ha ancora accertato la Procura di Perugia? Sono sconcertato e veramente amareggiato». Lo Voi, va infatti ricordato, in questi mesi non era mai stato iscritto nel registro degli indagati da Cantone, che, fra qualche mese e salvo cambiamenti imprevisti, lascerà Perugia per andare a dirigere la Procura di Salerno.
Per quanto riguarda sempre Lo Voi, è attesa a breve la decisione del Consiglio di Stato sul suo ricorso contro la decisione della Presidenza del Consiglio di revocargli l’uso dell’aereo di Stato per i trasferimenti motivati da ragioni di sicurezza.


