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Manifestazione per Alfredo Cospito
La Cassazione ha dichiarato inammissibile l'istanza presentata dai difensori dell'anarchico, Alfredo Cospito, detenuto in regime di 41bis, contro la decisione del tribunale di Sorveglianza di Roma che il 23 ottobre aveva confermato il carcere duro per l'uomo attualmente detenuto a Sassari. Nel corso dell'udienza di ieri il procuratore generale della Cassazione si era espresso per il “no” al ricorso presentato dall'avvocato Flavio Rossi Albertini che oggi ha reso nota la decisione della Suprema Corte.
Cospito a giugno dell'anno scorso è stato condannato dalla Corte di Appello di Torino a 23 anni per l'attentato, nel 2006, all'ex scuola allievi carabinieri di Fossano. Subito è arrivato il commento del sottosegretario alla Giustizia, il leghista Andrea Ostellari: «La Cassazione ha confermato quanto noi sosteniamo da tempo: l’anarchico Alfredo Cospito deve rimanere in carcere e scontare la sua pena secondo il regime previsto dall’articolo 41 bis dell'ordinamento penitenziario. Niente sconti o premi per i nemici dello Stato. Niente passi indietro di fronte al ricatto dei violenti».
A lui ha replicato al Dubbio l’avvocato Flavio Rossi Albertini: «Leggendo il commento del sottosegretario Ostellari e ricordando la vicenda giudiziaria dell’altro sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove, sorge il fondato sospetto che la vicenda Cospito sia stata profondamente influenzata dalla politica». Ricordiamo che proprio il 12 marzo si è aperto a Roma il processo contro Delmastro, accusato di rivelazione del segreto d'ufficio proprio in relazione alla vicenda dell'anarchico Cospito. Il rappresentante del governo si sarebbe procurato e avrebbe fatto in modo che il suo amico e compagno di partito Giovanni Donzelli rendesse pubblici gli atti “a limitata divulgazione” su Alfredo Cospito e sui suoi rapporti in carcere coi boss mafiosi.
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, lo aveva assolto dichiarando in Parlamento: «La dicitura “limitata divulgazione” rappresenta una formulazione che esula dalla materia del segreto di Stato e dalle classificazioni di segretezza ed è inidonea a connotare il documento trasmesso come atto classificato». Mentre quattro parlamentari del Partito democratico hanno chiesto di costituirsi parte civile nel processo contro Delmastro. «Siete con lo Stato o con i terroristi e i mafiosi?» disse loro Donzelli in Aula, perché andarono a far visita al detenuto in sciopero della fame. «Vogliamo difendere la prerogativa dei parlamentari di visitare le carceri per accertare le condizioni di vita e di lavoro negli istituti di pena ed esercitare i nostri poteri ispettivi», ci ha detto qualche giorno fa la responsabile giustizia dem, Debora Serracchiani.