Come si permette un pm di insultare i consulenti della difesa? Questo, in sintesi, il rimprovero mosso dall’avvocato Francesco Mazza, professore di diritto penale all’università di Cassino, ad un magistrato della procura di Patti che nel rigettare la richiesta di riapertura di una indagine avrebbe denigrato gli esperti assunti dal difensore.

Stiamo parlando della triste vicenda della morte di Viviana Parisi e del figlio Gioele, morti in circostanze misteriose la mattina del 3 agosto 2020. Il corpo della donna fu ritrovato sotto un traliccio, quello del bambino a circa 1 Km di distanza. Il 29 luglio 2021, la procura di Patti chiedeva l’archiviazione del caso, confermando l’ipotesi dell’omicidio- suicidio.

A novembre 2021, il gip accoglieva la richiesta di archiviazione. Ma la famiglia non si è mai arresa. Per questo il marito e padre Daniele Mondello ha chiesto, tramite l’avvocato Mazza, di riaprire le indagini. Ma il pm ha respinto la domanda per mancanza di nuovi elementi e per le presunte carenze nelle nuove consulenze.

In particolare il pm parla nel suo provvedimento di «valutazioni svolte in modo apodittico, superficiale e logicamente incongruo da parte del consulente privo, per altro verso, di particolari specializzazioni o titoli scientifici se non quella di una generica iscrizione all’albo degli ingegneri della provincia di Avellino». Per l’altro perito si dice di «competenze non definite o documentate» cosicché «apparirebbe arduo definire tale lavoro come una “consulenza tecnica”».

«Il provvedimento contiene delle osservazioni gratuite e denigratorie nei confronti dei consulenti della difesa. Non mi è mai capitato, in oltre venticinque anni di professione, di leggere all’interno di un atto censure di carattere personale che mettono in dubbio la serietà e le competenze di un collegio di esperti», ha detto Mazza.

Che annuncia: «Investirò della questione il Ministro della Giustizia Nordio e il Presidente Mattarella, quale Primo Componente del Csm, per quanto di loro rispettiva competenza. Definire oltretutto “pretestuosa” la richiesta di riapertura delle indagini da parte di un magistrato, malgrado i molti elementi forniti, frutto di un lavoro che ha visto più professionisti componenti il collegio di difesa, non fa bene innanzi tutto alla Giustizia e alla credibilità delle Istituzioni».