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IL PRESIDENTE MATTARELLA ALL’ASSEMBLEA PLENARIA DEL CSM PER LA NOMINA DEL PRIMO PRESIDENTE DELLA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
A meno di sorprese dell’ultimo momento, anche a questo giro la Commissione per gli incarichi direttivi del Consiglio superiore della magistratura, quella più “importante” occupandosi delle nomine dei vertici degli uffici giudiziari del Paese, non sarà presieduta da un laico espressione delle forze politiche di destra, e quindi di Fratelli d’Italia e della Lega.
A spuntarla, come anticipato dal Dubbio, dovrebbe essere invece un togato progressista. Una vera beffa se dovesse andare così visto che a Palazzo Bachelet i laici nominati in quota Fratelli d’Italia e Lega sono ben sei su dieci, compreso il vice presidente Fabio Pinelli.
I rumors delle ultime ore (l’ufficialità è attesa per questa mattina al termine del Comitato di presidenza del Csm, ndr) dicono che a prevalere sarà il principio della “alternanza” fra togati e laici: il primo giro è toccato alla togata Luisa Mazzola, esponente di Magistratura indipendente, poi è stato il turno di Ernesto Carbone, laico voluto da Italia viva, ed ora si chiude il quadriennio con un togato della sinistra giudiziaria.
Il “problema”, fanno però notare fonti della maggioranza, è che Carbone non può certo definirsi di “destra” e quindi questa alternanza stroncherebbe le aspirazioni degli esponenti di FdI e Lega. Scorrendo la composizione della Quinta commissione degli ultimi decenni, l’unico laico non di sinistra che ne ha ricoperto il ruolo di presidente risale alla scorsa consiliatura, guidata dal dem David Ermini.
All’epoca, peraltro solo per pochi mesi, il prestigioso incarico venne dato all’avvocato napoletano Michele Cerabona, già numero uno della Camera penale partenopea, voluto da Forza Italia, partito che certamente non può essere annoverato fra quelli di destra. Se la riforma della separazione delle carriere dovesse andare in porto, come sperano dalle parti di Palazzo Chigi e di via Arenula, con l’introduzione del sorteggio per l’elezione dei componenti dei futuri Csm, uno per i pm e l’altro per i giudici, tutto ciò sarà comunque solo un lontano ricordo.