È cominciato presso la Corte d’Assise di Parma il processo a carico di Chiara Petrolini, la giovane di Vignale di Traversetolo accusata di duplice omicidio premeditato e soppressione dei cadaveri dei suoi due figli neonati, partoriti in segreto nel 2023 e nel 2024 e sepolti nel giardino della villetta di famiglia. In aula, oltre all’imputata – arrivata in anticipo rispetto all’orario previsto – erano presenti anche l’ex fidanzato e i suoi genitori, costituitisi parte civile, oltre a diversi parenti e conoscenti della giovane.

Nel corso dell’udienza, l’avvocato difensore Nicola Tria ha avanzato la richiesta di una perizia psichiatrica forense, sostenendo che comprendere chi sia davvero Chiara rappresenti il nodo centrale dell’intera vicenda: «Se usiamo solo la logica e la razionalità, non troviamo risposte», ha detto. La procura, pur non opponendosi formalmente, ha sottolineato per voce della pm Francesca Arienti che non esistono elementi clinici, né dati oggettivi, che suggeriscano la presenza di disturbi psichiatrici nella giovane.

La Corte ha comunque accolto l’istanza, fissando al 15 settembre l’udienza per il conferimento dell’incarico peritale. «Il carcere non può essere una risposta automatica e assoluta – ha affermato Tria – soprattutto in fase iniziale. Le regole impongono un approccio equilibrato, anche di fronte a reati così gravi».

In aula, momenti di grande tensione emotiva. Durante una sospensione, il padre dell’imputata si è avvicinato per accarezzarla. La madre ha tentato di fare lo stesso, ma è stata fermata dal legale. Intanto, l’ex fidanzato Samuel Granelli, rappresentato dall’avvocata Monica Moschioni, ha spiegato il peso umano del processo: «È un percorso doloroso, affrontato nel tentativo di scoprire la verità. Nessuno si era accorto di nulla, né della gravidanza né dei parti».

«Stiamo cercando di evitare ogni contatto diretto – ha dichiarato ancora Moschioni – Non si sono scambiati uno sguardo. Prima di tutto, è importante comprendere cosa sia davvero accaduto».