La Cassazione ha confermato gli arresti domiciliari per Chiara Petrolini, la donna accusata di omicidio e soppressione di cadavere in relazione al ritrovamento dei corpi dei suoi due neonati, partoriti e seppelliti nella villetta di famiglia a Vignale di Traversetolo. La decisione è stata presa dalla prima sezione penale della Corte Suprema il 25 febbraio scorso, quando i giudici hanno annullato con rinvio l’ordinanza del Tribunale del riesame di Bologna, che aveva disposto la custodia in carcere per Petrolini.

Nelle motivazioni della sentenza, i supremi giudici hanno sottolineato come la giovane abbia dimostrato un elevato livello di «capacità mistificatoria e determinazione criminale». Nonostante ciò, la Cassazione ha ritenuto che la misura degli arresti domiciliari fosse più appropriata per evitare che la donna potesse proseguire la sua attività criminale, soprattutto in relazione alla possibilità di interagire con altre persone, come avvenuto con Samuel Granelli, padre dei bambini deceduti, con cui aveva avuto una relazione e procreato i neonati.

I giudici hanno inoltre considerato che la detenzione domiciliare inibisce a Petrolini la possibilità di interagire liberamente con l'esterno, limitando il rischio di ulteriori reati. In base a ciò, la Cassazione ha confermato la misura cautelare in attesa che la vicenda venga riesaminata dai giudici del Tribunale del Riesame.