Si concluderà oggi a Napoli il VI congresso dell’Unione nazionale delle camere degli avvocati tributaristi ( Uncat). Fra i temi in agenda, “tax compliance e tutela dell’affidamento: il nuovo rapporto tra fisco e impresa”, “il ruolo dell’avvocato tributarista nel passaggio generazionale delle imprese alla luce della recente prassi dell'Agenzia delle entrate”, “le esigenze di tutela tributaria dell'Imprese”. L’appuntamento degli avvocati tributaristi si svolge quest’anno in concomitanza con la discussione in Parlamento sulla legge di Bilancio 2020. Sul punto, il presidente dell’Uncat, l’avvocato Antonio Damascelli, ha ricordato che «l’avvocatura tributarista sta lavorando su tutti i tavoli istituzionali per promuovere un rapporto virtuoso tra contribuenti e fisco». E, a proposito delle “manette agli evasori” volute dal governo per contrastare gli evasori, Damascelli ha sottolineato che «la lotta all’evasione è sacrosanta, ma ci sono dubbi sulla efficacia della leva penale- tributaria: i dati dimostrano che ad una riduzione della pressione fiscale consegue una diminuzione del fenomeno di evasione». «Occorre meno schizofrenia e più crescita anche per combattere l’economia sommersa», ha poi aggiunto il presidente del tributaristi, facendo l’esempio del limite sul contante: «1000 euro nel 2007 con il governo Prodi, 5000 nel 2010 sotto Berlusconi, 1000 con Monti e poi 3000 con Renzi, oggi di nuovo 2000». Altro argomento al centro della discussione nella due giorni congressuale è stato il progetto di riforma della giustizia tributaria. Sono diverse le proposte depositate al riguardo in Parlamento dall’inizio della legislatura. L’Uncat è favorevole ad una riforma della giustizia tributaria secondo le linee già approvate dal Congresso forense. In particolare, si sottolinea la necessità non più rinviabile di dar vita ad un giudice tributario professionale, al pari degli altri giudici speciali, superando l’attuale sistema del “part time”. Assoluta contrarietà, invece, alla proposta di assegnare alla magistratura contabile la competenza in materia tributaria, come suggerito dal Consiglio di presidenza della Corte dei Conti in una delibera dello scorso ottobre. Una esigenza condivisa è quella di realizzare Massimari di qualità per una maggiore conoscibilità e prevedibilità della giurisprudenza fiscale di merito.