Il tanto atteso faccia a faccia tra Donald Trump e Vladimir Putin potrebbe slittare ancora. A confermarlo è il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che ha spiegato come «non sia stata concordata alcuna data per l’incontro tra i presidenti di Russia e Stati Uniti», ipotizzato a Budapest nelle scorse settimane. «C’è un’intesa politica di massima, ma ciò che non è stato pianificato non può essere rinviato» ha chiarito Peskov. «Servono preparativi seri e non è possibile discutere le proposte russe in modalità megafono: farlo danneggerebbe il processo negoziale». Un messaggio prudente, che riflette il momento di stallo diplomatico e la volontà del Cremlino di guadagnare tempo, in un quadro militare tornato a farsi incandescente.

Mosca rallenta, Kiev parla di «rinvio strategico»

Da Kiev, il presidente Volodymyr Zelensky ha commentato il rinvio come un segno di debolezza diplomatica di Mosca. «Solo poche settimane fa Putin sentiva la pressione dei missili Tomahawk e mostrava disponibilità al dialogo» ha scritto su Telegram. «Ora che quella pressione è calata, i russi cercano di rinviare la diplomazia». Per il leader ucraino, il venir meno dell’ipotesi di una consegna americana di missili Tomahawk a Kiev avrebbe «rassicurato il Cremlino», rallentando i negoziati diretti con Washington.

Ad agitare ulteriormente le acque è intervenuto il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, che ha accusato Varsavia di «atteggiamento ostile» dopo le dichiarazioni del collega polacco Radosław Sikorski. «I polacchi sono pronti a commettere atti terroristici» ha denunciato Lavrov. «Sikorski ha detto che la sicurezza dell’aereo di Putin non sarebbe garantita nello spazio aereo polacco nel caso di viaggio verso Budapest». Sikorski, da parte sua, aveva affermato che «un tribunale polacco indipendente potrebbe ordinare l’atterraggio forzato dell’aereo presidenziale russo per consegnare Putin alla Corte dell’Aia». Una provocazione diplomatica che ha scatenato l’ira di Mosca e complicato ulteriormente il dossier sul vertice.

Intanto sul fronte militare, la guerra in Ucraina prosegue senza tregua. Secondo un rapporto dell’intelligence britannica, a ottobre le forze russe hanno lanciato più di tremila droni contro obiettivi in territorio ucraino, un aumento costante rispetto ai mesi precedenti: 4.100 a luglio, 5.500 a settembre.

Gli analisti di Londra evidenziano che, dopo la pausa diplomatica di agosto - coincisa con l’incontro Trump-Putin in Alaska - la Russia ha intensificato i raid su infrastrutture energetiche ucraine. «Gli attacchi mirano a indebolire la rete elettrica e le capacità di intercettazione di Kiev, in vista dell’inverno» afferma il report. Solo nelle prime tre settimane di ottobre, Mosca ha condotto quattro bombardamenti su larga scala, utilizzando fino a 800 droni in una sola offensiva.

Zelensky: «Il mondo non può tacere di fronte ai raid russi»

Nella notte, un nuovo attacco russo coordinato ha colpito dieci regioni ucraine, tra cui Kiev, Odessa e Zaporizhzhia. Secondo le autorità locali, sei le vittime e 17 i feriti, tra cui due bambini. «Le parole russe sulla diplomazia non significano nulla finché Mosca non percepisce una vera pressione» ha dichiarato Zelensky. «Serve un pacchetto di sanzioni forti da Ue, G7 e Stati Uniti. Solo la pressione militare e diplomatica potrà riportare Putin al tavolo». Il presidente ha ribadito che «chi aiuta l’Ucraina con sistemi di difesa aerea salva vite umane», rinnovando l’appello ai partner occidentali a non allentare il sostegno.