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Former French President Nicolas Sarkozy shakes hands as he and his wife Carla Bruni-Sarkozy leave their home Tuesday, Oct. 21, 2025 in Paris as Nicolas Sarkozy heads to prison to serve time for a criminal conspiracy to finance his 2007 election campaign with funds from Libya. (AP Photo/Thibault Camus) Associated Press / LaPresse Only italy and spain
Dall’Eliseo alla Santè, una parabola inedita. Nicolas Sarkozy è la prima persona ad aver ricoperto la carica di Presidente della Repubblica Francese a finire in carcere nella storia repubblicana.
È uscito di casa questa mattina mano nella mano della moglie, l’ex modella e cantante italiana Carla Bruni, ed è stato salutato da un centinaio di sostenitori, chiamati all’adunata nel piazzale antistante a casa Sarkozy dal figlio Louis sui social, che hanno scandito a gran voce lo slogan «Nicolas siamo con te».
Dopo aver ringraziato la folla e abbracciato la moglie è salito sull’auto che lo ha portato nell’ultimo carcere esistente entro le mura di Parigi: la Santè, dove furono imprigionati, tra gli altri, anche Guillaume Apollinaire, sospettato del furto della Gioconda nel 1911, e Alfred Dreyfus oltre a Georges Mandel, a cui lo stesso Sarkozy ha dedicato una biografia.
La cella che ospita l’ex Presidente della Repubblica misura tra i 9 e i 12 metri quadri in cui è presente un televisore, dal canone mensile d’utilizzo di 14 euro mensili, un telefono fisso sorvegliato e, a seguito a recenti lavori di ristrutturazione dell’edificio, di una doccia privata. Sarkozy ha diritto a tre visite settimanali di 45 minuti oltre ai colloqui con gli avvocati. Sarkozy passerà i giorni della sua detenzione in regime d’isolamento per ragioni di sicurezza.
In un’intervista data a Le Figaro l’ex inquilino dell’Eliseo ha riferito che avrebbe portato con sé alcune fotografie di famiglia oltre a tre libri, il massimo consentito, tra cui “Il conte di Montecristo” di Dumas. Dopo essersi sottoposto alle ordinarie formalità d’ingresso ed essere condotto nella sua cella è stato salutato dai detenuti della Santè. L’AFP ha infatti riportato che dalle altre celle del carcere si sono levati grida come «Sarkozy è qui!» o «Benvenuto Sarkozy!».
In un post pubblicato prima di lasciare la sua abitazione, Sarkozy si è rivolto «alle francesi e ai francesi di tutte le condizioni e di tutte le opinioni», chiarendo «che non è un ex Presidente della Repubblica che si rinchiude questa mattina ma un uomo innocente», che continuerà «a denunciare questo scandalo giudiziario, questa Via Crucis che sto subendo da più di dieci anni», specificando di non chiedere «alcun vantaggio, alcun favore», prima di concludere il suo post dichiarando di non avere «dubbi. La verità trionferà. Ma il prezzo da pagare sarà schiacciante...»
Prima di essere tradotto all’interno delle mura del carcere parigino, Sarkozy è stato ricevuto venerdì all’Eliseo dall’attuale Presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, per un incontro durato più di un’ora. «Sono sempre stato molto chiaro nelle mie dichiarazioni pubbliche sull’indipendenza della magistratura - ha dichiarato Macron lunedì - ma era normale a livello umano ricevere uno dei miei predecessori in questo contesto».
Interpellato dall’emittente France Inter il ministro della Giustizia, Gerald Darmanin, ha promesso di fare visita a Sarkozy per verificare le «condizioni di sicurezza» nelle quali sarà detenuto. Darmanin ha specificato che «il ministro della Giustizia può visitare qualsiasi carcere e qualsiasi detenuto quando desidera», ricordando che l’ex Presidente della Repubblica, avendo presentato ricorso contro la condanna a 5 anni du reclusione, rimane un «presunto innocente». «Sono molto dispiaciuto per il presidente Sarkozy. L’uomo che sono, essendo stato suo collaboratore, non può essere indifferente alla sofferenza di un uomo», ha proseguito Darmanin.
Il colloquio però è stato visto come «un’anomalia, una pressione sulla giustizia», dal segretario del Partito Socialista, Olivier Faure, che ieri è intervenuto ad una trasmissione della radio francese RTL. «Vederlo ricevuto dal Capo dello Stato, vedere il Ministro della Giustizia annunciare che lo visiterà in carcere, è ovviamente una pressione sulla magistratura che non è assolutamente normale. Dà l’impressione che ci siano imputati di natura diversa», ha detto Faure. A fare eco al segretario del Partito Socialista è intervenuto il Procuratore generale francese, Rèmy Heitz, secondo cui esisterebbe il «rischio di compromettere la calma», in vista del procedimento giudiziario «e quindi un rischio di minare l’indipendenza della magistratura».
Uno dei legali di Sarkozy, l’avvocato Christophe Ingrain, ha dichiarato che la richiesta di scarcerazione sarà presentata «molto rapidamente». «Obiettivamente non c’è alcun motivo per cui la Corte d’Appello debba rifiutare questa scarcerazione - ha continuato Ingrain ai microfoni di BFMTV-RMC - ma c’è incertezza giuridica e la affronteremo. Non ci sarà alcun trattamento preferenziale; la sua richiesta sarà esaminata entro i tempi medi, che sono di un mese. In ogni caso, Nicolas Sarkozy trascorrerà dalle tre settimane a un mese in detenzione prima che la Corte d’Appello si pronunci». «Intende continuare a battersi», ha concluso Ingrain.
E dovrà farlo, dato che l’Odissea processuale dell’ex Capo di Stato francese non si ferma al caso sul finanziamento occulto ricevuto dal dittatoire libico Muhammar Gheddafi nella campagna per le elezioni presidenziali del 2007, che lo ha condotto prima all’Eliseo e poi alla Santè. Il prossimo 26 novembre, infatti, la Corte di Cassazione francese si pronuncerà sul caso Bygmalion, nel quale gli viene contestato di aver superato, di oltre 40 milioni, di euro il limite di spesa legale durante la campagna presidenziale del 2012.