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Guerra Russia Ucraina, attacco russo a Kiev
Si riuniscono oggi, 15 ottobre 2025, a Evere, alla periferia di Bruxelles, i 32 ministri della Difesa dei Paesi Nato per discutere di Ucraina e difesa comunitaria. Un summit cruciale per l’Alleanza atlantica, che arriva in un momento delicato per la guerra in corso e per gli equilibri strategici in Europa. Il segretario alla Guerra degli Stati Uniti, Pete Hegseth, ha aperto i lavori con un messaggio diretto: «Se c’è qualcosa che abbiamo imparato sotto la presidenza Trump è l’applicazione attiva della pace attraverso la forza. La pace si ottiene quando si è forti, non quando si usano parole forti o si agita il dito». Hegseth ha ribadito che il compito della Nato è «avere capacità reali e rispettate dagli avversari», sottolineando l’importanza dell’iniziativa Purl, con cui gli Stati Uniti trasferiscono armamenti agli alleati europei destinati alla difesa ucraina. «Più Paesi devono donare e acquistare per sostenere Kiev e portare il conflitto a una conclusione pacifica. Potenza di fuoco: ecco cosa deve arrivare dalla Nato», ha insistito.
Rutte: «La Russia è più debole, ma la minaccia resta»
Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha difeso la linea dell’Alleanza: «Il sostegno all’Ucraina non è calato. Tutto il materiale essenziale è stato fornito e ne siamo orgogliosi. Quando la Russia iniziò questa guerra pensava di vincerla in tre settimane: ora siamo al quarto anno e ha perso un milione di uomini». Sulla gestione dello spazio aereo Nato, Rutte ha frenato l’ipotesi di reazioni automatiche a eventuali incursioni russe: «Se un aereo russo entra nel nostro spazio aereo, bisogna capire se rappresenta una minaccia. Se sì, agiremo; se no, lo guideremo fuori. La Nato è più forte e deve dimostrarlo anche con la prudenza». Rutte ha escluso che oggi si discuta di missili a lungo raggio per l’Ucraina: «È una questione bilaterale, non all’ordine del giorno del vertice».
Brekelmans (Olanda): «Sostenere Kiev ora è l’investimento migliore per la sicurezza»
Il ministro olandese della Difesa, Ruben Brekelmans, ha rilanciato l’appello agli alleati: «Chi fa meno, ora deve farsi avanti. Se non sosteniamo l’Ucraina adesso, il costo aumenterà: più rifugiati, più insicurezza e più investimenti militari in futuro». E ha aggiunto: «Il miglior investimento per la nostra sicurezza è sostenere Kiev oggi, non quando sarà troppo tardi».
Dal canto suo, il segretario britannico alla Difesa John Healey ha annunciato un rafforzamento della missione Eastern Sentry: «Le incursioni russe sono pericolose e inaccettabili. Putin deve sapere che se la Nato è minacciata, reagiremo. La nostra risposta sarà la forza». Londra impiegherà jet britannici in Polonia fino a fine anno e ha confermato un incremento della produzione di droni per l’Ucraina, con oltre 100.000 unità consegnate nel 2025 e una nuova linea di droni intercettori realizzata congiuntamente a Kiev.
Dal vertice di Bruxelles emerge un messaggio univoco: la Nato non arretra. Il dibattito si concentra sull’aumento della produzione militare e sull’equilibrio tra forza e diplomazia. Nessuna apertura su negoziati diretti, ma la consapevolezza che il conflitto in Ucraina resta una minaccia strutturale alla sicurezza europea. «Chi pensa che la pace arrivi dall’immobilismo, si sbaglia», ha concluso un diplomatico europeo. «Solo una Nato coesa e credibile potrà dissuadere Mosca e garantire stabilità al continente».