Sono elezioni che contano per capire dove andrà l’Europa. L’Ucraina è terra martoriata, con una guerra civile tuttora in corso, una profonda crisi economica e sociale, e le pressioni molto forti da parte della Russia. In questo contesto Kiev è chiamata a scegliere il suo presidente, e anche qui si è verificata quell’ondata di frustrazione popolare che tende a spazzare via lo status quo.

Dopo le previsioni e gli exit poll, anche le proiezioni hanno confermato che in testa al voto popolare c’è il comico Vladimir Zelensky con il 30,1% dei voti. Accede al ballottaggio come secondo ma con Sul podio ma ferma al terzo posto la pasionaria ex premier Yulia Timoshenko ( 13,2%), che aveva contestato la validità degli exit poll.

L’affluenza è stata del 63,52% sui 29 milioni di aventi diritto. Fra i 39 candidati alla guida del Paese a trent’anni dall’indipendenza, il 41enne comico Volodymyr Zelensky sarebbe dunque andato persino oltre le aspettative, nelle quali era dato al primo posto con il 25% dei voti. Sponsor dell’attore sarebbe l’oligarca Ihor Holomoisk, latitante dopo la fuga all'estero dalle inchieste della magistratura. La fortuna di Zelensky che si presentava come indipendente sarebbe stata l’interpretazione del ruolo di un professore di storia che diventa presidente in una popolare serie tv sul canale 1+ 1 del magnate.

Alle sue spalle i sondaggi davano un testa a testa tra Poroshenko, il presidente in mimetica il cui slogan è «esercito, lingua e fede», e Yulia Timoshenko, leader della rivoluzione arancione e per molto tempo in carcere soprattutto come avversaria della Russia. Ma negli ultimi decenni tutte le forze politiche tradizionali si sono trovate a cambiare spesso posizione e al contempo sono finite nel sospetto della corruzione che è uno dei grandi problemi del Paese cui gli elettori hanno guardato almeno quanto al problema della guerra in corso con le regioni secessioniste del Donbass.

«Non vogliamo questo passato nel nostro futuro» è stato invece uno degli slogan di Zelensky che ha raccolto il malumore popolare e si è fatto portavoce dell’avversione alla dilagante corruzione politica. «La gente vuole vedere un presidente come Vasyl Holoborodko - ripeteva Zelensky citando il suo personaggio che nella fiction diviene a sorpresa presidente dopo che un suo studente ne ha filmato di nascosto lo sfogo contro la casta - La gente è stufa dell'establishment, vuole vedere qualcosa di nuovo».

A parte questa venatura populista, non è assolutamente chiaro quale sia l’indirizzo che il comico e suoi sponsor vogliano dare al Paese. È chiaro che l’oligarca Kolomoiskyi rifugiatosi in Israele è in contrapposizione con Poroshenko, ma non è altrettanto chiaro quali saranno i rapporti con Mosca.

Il presidente uscente lo prefigura come un burattino nelle mani di Mosca: «Putin - ha detto Poroshenko - sogna un presidente debole, arrendevole, indeciso. Gli vogliamo dare questa opportunità?». Dal canto suo Pososhnko insiste sulla propria linea europeista e di restituzione all'Ucraina dei territori perduti di Crimea e Donbass. Ma il voto al ballottaggio è ora quantomai incerto.