Donald Trump avrebbe in programma la più vasta operazione di deportazione di massa di migranti irregolari nella storia degli Stati Uniti, con il possibile trasferimento di migliaia di persone nella base di Guantánamo Bay, a Cuba. A riportarlo è il Washington Post, che cita documenti riservati condivisi da funzionari statunitensi a condizione di anonimato.

Il piano, che il quotidiano definisce soggetto a modifiche, prevede la creazione di un mega-centro da 30mila posti letto per migranti, separato dalla struttura dove sono detenuti sospetti terroristi. La notizia, già anticipata nei mesi scorsi, torna ora con nuovi dettagli e dati aggiornati, ma è stata bollata come “fake news” dalla portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt.

L’ordine esecutivo firmato da Trump a gennaio incaricava il Pentagono e il Dipartimento per la Sicurezza Interna di preparare l’area. Secondo le fonti, l’obiettivo è alleggerire i centri di detenzione interni, attualmente sovraffollati, trasferendo temporaneamente i migranti fino al loro eventuale rimpatrio o ricollocamento in Paesi terzi.

Tra i migranti considerati per il trasferimento figurano cittadini di Paesi europei come Italia, Francia, Germania, Irlanda, Belgio, Lituania, Polonia, Paesi Bassi e Regno Unito, oltre a persone provenienti da Haiti, Ucraina e Turchia.

Il progetto ha incontrato ostacoli legali, logistici e finanziari. Nei primi mesi del 2025, solo 300 migranti sono stati effettivamente trattenuti nella struttura di Guantanamo, con un picco massimo di 32 persone a metà maggio, secondo NBC News. Le operazioni di trasporto, effettuate con aerei militari, sono già costate oltre 21 milioni di dollari.

Le organizzazioni per i diritti umani hanno condannato con forza l’idea. Il Center for Constitutional Rights ha definito il piano «una deriva allarmante», accusando l’amministrazione di voler «trattare migranti e richiedenti asilo come nuove minacce terroristiche, escludendoli da ogni forma di assistenza e protezione legale».