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DONALD TRUMP PRESIDENTE USA
Sale la tensione a Los Angeles e in tutti gli Stati Uniti. Nel clima infuocato l’amministrazione Trump fa ben poco per gettare acqua sul fuoco. Dopo l’invio a Los Angeles, dove nel frattempo è scattato il coprifuoco, della Guardia nazionale e dei Marines per reprimere le proteste contro le espulsioni dei cittadini stranieri irregolari, si è diffusa la notizia di una possibile riapertura del carcere di Guantanamo per accogliere chi si trova sul suolo americano clandestinamente.
La notizia della nuova operatività del centro di detenzione di Cuba è stata data dal Washington Post e da Politico, ma nel giro di poche ore è stata smentita dalla Casa Bianca e bollata come un fake news. Il quotidiano di proprietà di Jeff Bezos aveva annunciato che circa 9 mila clandestini, compresi molti europei – anche italiani -, sarebbero stati inviati nel carcere che in passato ha ospitato i più pericolosi terroristi islamici. «La notizia è falsa. Non sta accadendo nulla del genere», ha affermato su X la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt.
Qualche giorno fa il Washington Post e Politico hanno scritto che l’amministrazione Trump avrebbe già dispiegato a Guantanamo, nel mese di febbraio, alcune unità delle forze armate per ampliare la capacità delle strutture detentive. Gli articoli si sono soffermati su un piano finalizzato a scoraggiare l’immigrazione illegale con il contestuale invio di un segnale forte ai Paesi d’origine degli stranieri intercettati sul territorio statunitense.
Quando si è diffusa la notizia del trasferimento a Guantanamo anche di alcuni cittadini italiani, la Farnesina si è subito mobilitata. «L’Italia – ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani - è disposta a riprendere gli irregolari nel pieno rispetto dei loro diritti. Non vi è possibilità che gli italiani siano trasferiti a Guantanamo, non c’è da allarmarsi. Siamo disponibili a rimpatriare gli irregolari».
Il responsabile della nostra politica estera domani sentirà il Segretario di Stato americano Marco Rubio. «Affronterò – ha commentato Tajani - anche questa questione, ma le nostre ambasciate e consolati negli Stati Uniti sono al lavoro e quindi direi che possiamo essere relativamente tranquilli. Per ora si tratta solo di un articolo di giornale, per quanto autorevole. Le prime informazioni che vengono dal Dipartimento per la sicurezza nazionale ci dicono che Guantanamo verrebbe utilizzata per clandestini cittadini di Stati che non accettano i rimpatri dagli Stati Uniti. L’Italia aveva già fatto sapere all’amministrazione americana, quando venne inviato il questionario qualche tempo fa, che era disposta a riprendere i cittadini italiani irregolari, nel pieno rispetto dei loro diritti individuali e dell’assistenza consolare, quindi non ci dovrebbero essere problemi per i nostri connazionali. Siamo in contatto con le autorità statunitensi».
L’altra notizia connessa alle proteste di Los Angeles riguarda la dura presa di posizione del governatore della California, Gavin Newsom, che è andato allo scontro frontale con Donald Trump criticando il pugno di ferro deciso da Washington per fronteggiare le proteste della “città degli Angeli”. In un discorso televisivo, al quale è stato dato il titolo “Democrazia ad un bivio”, Newsom ha detto che la decisione del presidente americano di inviare truppe militari a Los Angeles sta dando vita ad una deriva autoritaria e che si sta vivendo un “momento pericoloso” per la democrazia, una contraddizione se si considera l’importante tradizione giuridica degli Stati Uniti. «La California – ha affermato Gavin Newsom - potrebbe essere la prima a subire l’applicazione di norme liberticide, ma è chiaro che non finirà qui. Altri Stati sono i prossimi. La democrazia è la prossima».
La "guerra" scoppiata tra la California e la Casa Bianca è ormai un dato di fatto. Le aspre critiche di Newsom fanno pensare ai primi passi che intende muovere il governatore californiano in chiave anti-Trump con un occhio alle presidenziali del 2028. Il presente però è più importante e si gioca pure nelle aule giudiziarie. ««La California – ha commentato Newsom - continuerà a combattere in nome del nostro popolo anche nei tribunali. Se alcuni di noi possono essere portati via in strada senza mandato, basandosi solo sul colore della pelle, allora nessuno di noi è al sicuro. I regimi autoritari iniziano prendendo di mira le persone con meno possibilità di difendersi, ma non si fermano qui».
Il governatore è stato ancora più critico quando ha detto che Trump ha «infiammato una situazione esplosiva», prendendo il controllo della Guardia nazionale della California e richiamando 4 mila soldati e 700 Marines: «Trump sta organizzando una retata militare in tutta Los Angeles. Ben oltre la sua dichiarata intenzione di perseguire solo criminali violenti e gravi, i suoi agenti stanno arrestando lavapiatti, giardinieri, braccianti e sarte».
La replica di Trump non si è fatta attendere. Sulla piattaforma Truth il presidente degli Stati Uniti ha dato dell’«incompetente» al governatore della California. «Newsom – ha sottolineato “The Donald”, facendo ricorso ai soliti slogan - non è stato in grado di fornire protezione in modo tempestivo quando i nostri agenti di polizia, grandi patrioti che sono, sono stati attaccati da una folla fuori controllo di agitatori, facinorosi e/o insorti. Rendiamo l’America di nuovo grande!».
Deriva democratica o meno, gli Stati Uniti stanno vivendo giorni molto tristi.