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A protester is arrested by California Highway Patrol near the federal building in downtown Los Angeles on Tuesday, June 10, 2025. (AP Photo/Eric Thayer) Associated Press / LaPresse Only italy and spain
Sarebbe stato l’ordine, dato dal capo del gabinetto della Casa Bianca, Stephen Miller, agli agenti federali di arrestare più persone possibile in assenza di condanne penali, a innescare le proteste di Los Angeles. Proteste pacifiche che non hanno fatto che aumentare con l’invio, da parte della Casa Bianca, prima della guardia nazionale e dei marines poi, in un domino dagli esiti incerti e pericolosi.
Atti per i quali, come riportato negli scorsi giorni, il governatore della California, Gary Newsom, ha avanzato due diverse cause all’amministrazione Trump, una per l’invio della guardia nazionale e una per lo stanziamento dei marines. «Quando Donald Trump ha invocato l'autorità generale per dispiegare la guardia nazionale, ha fatto applicare quell'ordine a tutti gli stati di questa nazione», ha scritto Newsom in un post sui social. «La democrazia è sotto attacco proprio davanti ai vostri occhi, il momento che temevamo è arrivato. È tempo che tutti noi ci opponiamo», ha concluso il governatore della California.
«Immigrati clandestini e manifestanti criminali violenti hanno trascorso gli ultimi giorni ad attaccare le forze dell'ordine, sventolare bandiere straniere, incendiare auto e scatenare uno stato di totale anarchia», ha dichiarato in una nota la portavoce della Casa Bianca, Abigail Jackson, «Chiunque minimizzi questo comportamento o ne chieda il motivo è un idiota o un propagandista del Partito Democratico».
E pensare che uno dei mentori del presidente Trump, l’ex presidente ed ex governatore della California, Ronald Reagan, nel 1986 firmò l’Immigration Reform and Control Act, con l’obiettivo di «riprendere il controllo dei nostri confini in modo umano» e «non discriminare in alcun modo nazioni o persone in particolare», costituendo un sistema d’immigrazione ordinato. Presupposti agli antipodi rispetto a quelli dell’amministrazione Trump.
A gennaio, poco dopo l’insediamento di Trump alla Casa Bianca, membri della sua amministrazione hanno ordinato agli ufficiali dell’Ice (Immigration and Customs Enforcement) di «aumentare in modo aggressivo il numero di persone arrestate, da poche centinaia al giorno ad almeno 1.200 a 1.500», come riportato da Forbes. L’amministrazione Trump si è posta l’obiettivo di raggiungere il milione di persone deportate entro il primo anno di governo e, secondo quanto riporta il Washington Post, avrebbe sostituito i membri apicali dell’Ice almeno tre volte fino ad ora.
In base a quanto scritto dal New York Times, verso la fine dello scorso maggio, Stephen Miller ha dichiarato a Fox News che la Casa Bianca voleva che l’Ice arrestasse almeno 3mila persone al giorno. L'agenzia aveva arrestato più di 66mila persone nei primi cento giorni dell'amministrazione Trump, con una media di circa 660 arresti al giorno. Miller avrebbe anche ordinato agli ufficiali dell’Ice di effettuare arresti presso gli Home Depot, catena di bricolage e prodotti per la casa molto diffusa negli Stati Uniti, e altri luoghi simili. Sarebbe stato proprio un raid dell’Ice del 6 giungo presso un Home Depot, ad aver innescato le proteste nel capoluogo californiano.
Le dichiarazioni fatte dai membri dell’amministrazione Trump sulla presenza di migranti, come rivelato da Maria Sacchetti del Washington Post, dipingono un quadro ben diverso da quello tracciato dai dati federali e statali. La California è la quarta economia mondiale, ha infatti di recente superato il Giappone, grazie anche alla presenza delle big tech con sede nella silicon valley.
In California, in base alle stime offerte dall’American Immigration Council, nel 2023 gli immigrati regolari erano 10.6 milioni, di cui più della metà donne (51,2%), rappresentando il 27,3% della popolazione del golden state e creando un gettito fiscale di 168 miliardi di dollari, suddiviso in 61 miliardi di tasse dello stato e 106 miliardi in tasse federali.
Tra questi ci sarebbero circa 2.6 milioni (stimati nel 2022) di irregolari, che avrebbero generato entrate fiscali per 8.5 miliardi, secondo i dati offerti dal California Budget & Policy Center. Il numero di irregolari risulta in declino rispetto al 2010 quando, in base al report di aprile 2024 dell’Office of Homeland Security Statistics, erano stimati in circa 2.9 milioni di unità, in una tendenza costante di diminuzione. Sono invece 5.6 milioni i cittadini statunitensi, residenti in California, che hanno almeno un genitore immigrato. Gli imprenditori immigrati costituiscono il 40,3% del totale nello stato dell’orso, e creano un indotto di 28.4 miliardi di dollari all’anno.
Il legislatore Californiano, negli scorsi anni, ha promulgato leggi favorevoli agli immigrati irregolari, con lo scopo di facilitarne l’integrazione e la regolarizzazione, prevedendo privilegi quali la patente di guida, l’assistenza sanitaria, le tasse universitarie statali e alcuni aiuti finanziari. Privilegi che lo stesso Newsom ha iniziato a limitare, almeno nel numero di persone che possono usufruirne, per alleggerire il peso degli stessi sul bilancio dello stato. Inoltre il legislatore ha previsto che le forze dell’ordine non possono intervenire per effettuare detenzioni o espulsioni, a meno che i soggetti non abbiano commesso reati gravi.
Secondo i dati del Real Time Crime Index, parte del Public Policy Institute of California, rispetto al 2023 il tasso di crimini violenti nel 2024 è diminuito del 4,6% mentre quello relativo ai crimini contro la proprietà dell’8,5%. Le rapine sono calate del 12,5% e gli omicidi del 5,9%, così come la maggior parte dei reati. Il tasso di disoccupazione ad aprile scorso era del 5,3%, superiore di un punto rispetto alla media nazionale (4,2%), ma al di sotto di altri stati quali il Nevada (5,6%) o il Michigan (5,5%). Dati che evidenziano come gli immigrati in California siano in realtà vicini, proprietari d’imprese, contribuenti e lavoratori. Immagini che stridono con la narrazione dell’amministrazione Usa, che dipinge i migranti nella loro totalità come giovani adulti maschi, inclini a crimini violenti e membri di gang.